La riflessione. Il travaglio di un libro
- Bruno Salvatore Lucisano
Tra le tante stranezze che si leggono ogni giorno, alcune sono originali nella loro immaginazione. Per meglio dire, non è che non si comprendano, si capiscono e come, ma appartengono a determinate categorie o, addirittura, attengono al sesso (maschile femminile) di chi li enuncia. Voglio dire che nella gioia di comunicare la nascita di un libro, questo evento, qualcuna lo paragona alla nascita di un figlio. Al travaglio di un parto. Avete letto bene. Nessuna critica, se ci sono donne a cui dà le stesse sensazioni, gli stessi dolori, la stessa gioia della nascita di un bimbo, niente da obiettare, ci mancherebbe. Quale diritto ha un uomo senza cultura e senza dolori (del parto) ad affermare il contrario?
E qui il dubbio sorge agghiacciante e la domanda nasce impulsiva: Quando capita, ad un uomo, di pubblicare un libro, cosa gli succede in realtà, tenuto conto che non sa come si partorisce e non conosce le emozioni e i dolori del parto?
Non è dato sapere.
Menomale, comunque, che rispetto al ‘900 letterario dove le penne (con l’inchiostro) delle donne sono state poche e/o nascoste, oggi invece possiamo godere dei meravigliosi romanzi, racconti e poesie di giovani fanciulle e mature dame che sono riuscite a colmare il divario evidente che c’era con gli uomini di lettere, scrittori e poeti.
Però un piccolo consiglio è bene donarlo, in attesa di insulti e parolacce nei miei confronti, che è questo: Cercate di volare basso perché in caso di caduta, rimedierete qualche ammaccatura ma, rimarrete vive…per il prossimo parto, anzi, libro.