La riflessione. La casa di Pavese e l’impegno
- Bruno Salvatore Lucisano
di Bruno Salvatore Lucisano - Sembravano anni di sacrifici gettati al vento. Sembrava che nessuno dei sogni si potesse realizzare. Siamo stati più volte nella casa dell’esilio di Cesare Pavese, nel tempo, e lì dentro siamo riusciti a portare i maggiori studiosi dello scrittore. Non c’è bisogno dell’elenco ma nell’ultima visita eravamo seduti lì per terra (per terra), io Gianni Carteri ed il cantastorie Racco. Io ovviamente l’unico non studioso.
Dentro, in verità c’è poco da vedere, se poco si considerano: un letto un tavolino e una sedia. Ma quel letto, quel tavolino, quella sedia sono appartenuti per mesi ad uno dei più grandi scrittori del ‘900. Secondo molti, al più grande. Il solo lavamani sul treppiedi, vale quanto i romanzi di presunti scrittori moderni. I quali, avendo anche la possibilità di rubare a piene mani da Google, non riescono salvo rarissime eccezioni, a raggiungere mete alte…nè lavamani.
Oggi mentre passavo a piedi lì davanti ho visto un pullman parcheggiato e dei ragazzi di una scuola varcare quel cancello.
Ho abbassato il capo per non farmi vedere. Mi è spuntata una lacrima… forse il vento.
Grazie davvero alla Pro Loco e grazie al proprietario della casa, Tonino Tringali, uomo di una straordinaria sensibilità ed educazione che, capendo bene di quanto era venuto in possesso, ha lasciato tutto com’era, facendo continuare una storia che con proprietari diversi, sarebbe probabilmente conclusa.
Grazie, quindi, alla Pro Loco, a Carmine e a tutti gli altri che, con sacrifici, personali e anche familiari, riescono a tenere vivo un sogno. Questo sogno. Il mio sogno. Il sogno dell’ABC.
Il mio pensiero sullo scrittore di Santo Stefano Belbo, è importante quanto quello di un ignorante e, quindi non ve lo dico. Io assieme all’ABC, tentavamo di fare e per qualche anno ci siamo riusciti: “Turismo culturale”. Ecco, noi qui a Brancaleone, abbiamo la fortuna di poterlo fare perché questo paese ha avuto il privilegio di avere ospite (suo malgrado) uno dei più grandi scrittori del ‘900.
E abbiamo la fortuna, aggiungo, di avere un gruppo di giovani e meno giovani (la Pro Loco) che si occupano con passione del territorio.
Tanto vi dovevo per abbonire la coscienza.
Buona fortuna.