La riflessione. Non solo viagra
- Cosimo Sframeli
Nella città di Catania fu scoperto un bordello del Viagra, una casa del sesso rianimato. Un cliente settantenne aveva le pillole in tasca e le ingoiava nelle pause, perché gli piaceva lanciarsi in rapporti a ripetizione, e non gli importava nulla dei rischi, degli effetti collaterali. Un altro vecchietto con la lingua di fuori era inseguito da una ventenne nuda. Un terzo non riusciva a staccarsi dal suo peccato. Le Forze dell’Ordine che, in seguito all’irruzione, stilarono il rapporto, credevano davvero di essere capitati dentro un romanzo della lussuria. Il bordello era di quelli per bene, mascherato da club culturale. Tutti erano schedati dal proprietario per gusti e passioni.
Nel sud d’Italia, nel tempo, tutto è cambiato, la mafia ha divorato ogni bellezza, la speculazione edilizia ha sventrato e deturpato, e l’identità del sud ne è uscita a pezzi. Al punto che spesso ci si vergogna di parlare il dialetto, o solo di esibire un’inflessione che è diventata, in tutto il mondo, la colonna sonora della violenza, del sottosviluppo, della rozzezza. Basta però un episodio come questo per capire che l’identità sessuale è rimasta la stessa, e che la cultura del gallismo resiste e si aggiorna. Una cultura che è fatta di arguzie, proverbi e luoghi comuni e battute di spirito sempre legati al sesso, perché quest’intelligenza va comunque a finire lì, rischiando quasi sempre di diventare stupidità.
Per Sciascia, scrittore asessuato, nelle cui opere non c’è posto per l’amore, la donna era il luogo del pericolo, della fascinazione che inebetisce.
Anche oggi, tra noi, in una società che somiglia alla vecchiaia piuttosto che alla giovinezza, ci sono anziani che gioiscono alla morte di ogni loro coetaneo e altri che diventano sempre più acidi, sempre più volgari e tuttavia sempre più venerati; ma ci sono gli anziani deboli ed indifesi che vengono maltrattati ed umiliati e ci sono pure i bellissimi anziani che, soli, sanno insegnare, capire e perdonare. Forse la vecchiaia, come la giovinezza, non esiste; forse è un’ingiustizia che rende uguali i diversi. E forse non è vero che vecchiaia e malattia siano due solitudini.
Comunque, se i settantenni vogliono ingoiare Viagra lo facciano pure alla luce del sole, senza Carabinieri e senza magnaccia, senza le miserie dell’ipocrisia; anche se a me fa ancora piacere pensare all’amore con i romanzieri e non con i farmacisti.