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Legge “Buona scuola”: la Via Crucis degli insegnanti precari

  •   Mimmo Musolino
Legge “Buona scuola”: la Via Crucis degli insegnanti precari

Incomincia a servire i suoi avvelenati frutti la legge n. 107/2015, battezzata “Buona scuola” dal ciarliero  Matteo Renzi (il quale ha ereditato dal suo predecessore, il Silvio planetario, l’arte degli slogan politici  come diagnosi e cura di tutti i mali che affliggono gli italiani; del ministro P.I. non ricordo neanche il nome (fa e dice tutto il capo del governo pro-tempore).

E così si rinsangua il dramma che stanno vivendo molte famiglie calabresi; ritornano i fantasmi del passato e delle valigie di cartone. Partono, con il cuore in gola, da vari paesi della Calabria convocati, via email, da scuole e provveditorati del Piemonte e della Lombardia e altre regioni.

Ed ancora dopo giorni vagano sperduti, avviliti e disorientati da un plesso scolastico all’altro senza ancora avere una designazione o sapere se verranno chiamati ad insegnare e per quanto tempo: tre o dieci giorni, un mese, sei mesi.

La mortificante vita da precari! La vita costa… e pure troppo. E al Nord, senza l’appoggio e la solidarietà di qualche parente, ancora e molto di più. Trovare da dormire è un dramma. Lo sciacallaggio degli affitti ti obbliga a contratti annuali. E tutte le clausole vanno rispettate comprese i termini per la disdetta ed i tre mesi da pagare anticipati per cauzione. E il contratto per insegnare, se va bene, e solo per qualche mese.  Ed i soldi dove li prendi per far fronte a tutte queste incombenze? Per non finire in mezzo alla strada devi essere ricco. Ed allora perché andare a piatire un posto di lavoro ad uno Stato che tratta i suoi figli, come schiavi? Dove sono andati a finire i diritti sanciti dalla Costituzione?

A proposito… gli insegnanti calabresi avendo capito in quale dramma questa legge iniqua, vessatoria e forse anche incostituzionale, li avrebbe fatti precipitare si sono organizzati e si sono rivolti all’istituzione che di più e meglio li poteva rappresentare: il governatore della Calabria, Mario Oliverio e il Consiglio regionale.

Tutto sembrava fattibile, pronto e naturale: la regione Calabria nella sua prima riunione avrebbe dovuto approvare una mozione per fare ricorso alla Corte costituzionale in quanto tale legge “Buona scuola” aveva dei rilievi di incostituzionalità. E la Giunta regionale pareva essere d’accordo.

Ma il 31 agosto, giorno della prima seduta del Consiglio regionale dopo le ferie estive, incredibilmente, gettando nello sconforto tutti i rappresentanti degli insegnati, tale argomento veniva rinviato al 17 settembre e cioè a quattro giorni dopo la scadenza per fare ricorso alla Corte costituzionale stabilito per il 13 settembre. Se avessi l’immunità come alcuni… anzi molti, cittadini italiani, saprei io cosa spifferare nella bronzea faccia a questi ineffabili signori che si fanno beffa dei loro cittadini che con il loro voto li hanno portati su quegli scranni istituzionali  a godere di tanti benefici e prebende… giusti e più di qualche volta di straforo (“ERGA OMNES”)!

Ora non resta che sperare nella regione Puglia del presidente Michele Emiliano che ha proposto ricorso di incostituzionalità della legge ‘ngiuriata “Buona scuola” ed altrettanto ha fatto la regione Veneto del presidente Luca Zaia, i destini degli insegnanti precari calabresi in mano leghista…

Gli stessi insegnati precari calabresi che abbiano forza e coraggio, anche pensando ai loro nonni e padri e fratelli e sorelle con le valigie di cartone in mano e di quanti immani sacrifici sono stati costretti a fare anche per poter dare loro i mezzi necessari per conseguire un diploma ed una laurea affinché il loro avvenire fosse più giusto e dignitoso…


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