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Niente canne... ma almeno l'olio!

  •   Redazione
Niente canne... ma almeno l'olio!

Vorrei farlo per davvero un discorso serio, ma se si parla di canapa si parla di corda, e discutere della canapa in Calabria e come discettare di corda in casa dell’impiccato. Siamo in terra di mala, per questo sotto tutela, ed è lungo il tempo per la nostra emancipazione. Fin quando ci terranno alla corda col mostro ndrangheta, su certe cose ci potremo solo scherzare. E allora ironizzo, e così per scherzare vi riferisco di studi molto seri che provano la molteplicità degli usi della canapa che ha a esempio il filato più lungo esistente in natura, i suoi filamenti raggiungono in media i 13 cm, molto più dei 5 del cotone. Il tessuto ricavato dalla canapa è uno dei più resistenti, non per niente un tempo era il materiale principe per le corde, soprattutto per le cime usate in marineria.

La canapa è un ottimo combustibile e i suoi derivati sostituiscono in modo eccellente e più economico il petrolio. La taglio qua, perché bisognerebbe scrivere un libro per spiegare la molteplicità degli usi della pianta. Tocco solo per un attimo l’argomento più velenoso, solo per dirvi che comunque il principio attivo della cannabis è di largo uso nella farmacopea mondiale, e allora non si capisce perché al posto delle piante in serra olandesi non si potrebbe usare la sana e migliore erba calabrese. Chiudo e vado oltre, il sogno industriale è tramontato in Italia, in Europa, figurarsi da noi che è sempre stato un incubo con la sagoma della torre di Saline. Parlare di turismo oggi che gli occidentali le vacanze non potranno più permettersele è una bestemmia, tanto più per noi che non siamo riusciti a fregare un solo tedesco all’impepata di cozze del mare romagnolo e che adesso dovremmo sfidarli per far venire da noi indiani, cinesi e russi. Nulla da fare servono strutture e risorse che non abbiamo.

Il vino, sebbene siamo stati i primi a vinificare e i nostri vitigni ci sono stati fregati un po’ da tutti, come facciamo oggi ad attrezzare le nostre cantine con le costosissime attrezzature che sono indispensabili per i vini di qualità?Picche ancora. Abbiamo mollato i gelsomini, che stroncavano la puzza degli scarichi a mare e ci siamo abituati al lezzo delle fogne prive di depuratori, e indietro non si torna, brutte abitudini e vizi sono difficili da levare. Tanto più che nessuno dei nostri, oggi, piegherebbe la schiena ingentilita per raccogliere stupidi fiori, siamo uomini duri noi, mica femminucce. Girando per la Francia, dappertutto trovi prodotti a base di bergamotto: oli, shampoo, biscotti. Una serie interminabile di prodotti, che dici: visto che l’agrume alligna solo in Libano e nella Locride e posto che i libanesi con una guerra civile lunga trent’anni hanno altro a cui pensare che piantare alberi, anzi si sono dedicati soprattutto a un’altra coltivazione che ci accomuna, e mentre per noi è galera per loro è l’unica fonte di reddito, la canapa.

Posto anche che noi gli sterminati giardini di bergamotto di un tempo è una vita che li abbiamo divelti, e ce ne vorrebbe un’altra per farli rinverdire. Uno se lo chiede, ma i francesi dove.. caspita li trovano i bergamotti? Noi non abbiamo il tempo per ripiantare. Potrei tenervi ancora qui a lungo, parlandovi dei tanti prodotti tipici e unici che abbiamo buttato alle ortiche, anzi vi potrei parlare proprio delle proprietà delle nostre ortiche. Ma la corda la taglio qua, corda di canapa naturalmente. Chiudo parlandovi dell’olio. Gli ulivi grazie a Dio li abbiamo, a migliaia. Non lo dico per stupido campanilismo, ma il nostro olio potrebbe avere caratteristiche uniche al mondo, potrebbe avere profumo e sapore imbattibile. Potrebbe essere venduto a prezzi esorbitanti e andare lo stesso esaurito. Potrebbe, e perché ciò sia basta poco. Dobbiamo solo tornare a raccoglierle le nostre meravigliose olive. Dobbiamo però raccoglierle con delicatezza dai rami e non lasciarle cadere. Dobbiamo raccoglierle velocemente e molirle in modo fulmineo, e già la vedo quella pasta color corallo che gira fra le pale del frantoio, già lo sento quel profumo di selva e mare e i polpastrelli mi scivolano uno sull’altro con solo qualche goccia del nostro smeraldo. E io per una settimana sono felice, non vi ho parlato di cose orride, ma di piccole, belle e grandi cose calabresi. Sono stato politicamente corretto e mi perdonerete la minuscola scivolata sull’erba, nel senso di canapa è ovvio.

Fernando Sagado


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