Nuova 106. La strada che porta dritta al paradiso
- Bruno Salvatore Lucisano
E fatela questa nuova Statale 106. Fatela lontana dai centri abitati, costruitela su alti piloni dove nessuna casa può aggrapparsi, dove nessun negozio può essere costruito. Fatela dentro le montagne, scavate gallerie, senza entrate e uscite per garage, per negozi, per compari.
E così Palizzi Marina diventerà come Pietrapennata e Brancaleone come Pressocito. Bianco come Pardesca e Africo come Casalnuovo. Non costruitela in modo che tra cinquant’anni ne serva fare un’altra: fate in maniera che sia definitiva, eterna. E organizzate una gara d’appalto, e i lavori affidateli ad almeno dieci Ditte, così si eviterà il fermo dei lavori per ndranghita. Insomma, appena la prima Ditta sarà “incarcerata” subentrerà la seconda, poi la terza e così via. Certo, poi, se tutte e dieci saranno “arrestate”, allora, e solo allora, i lavori saranno affidati allo Spirito Santo, che si servirà di Vescovi e Prelati non invisi alle Procure.
Così avremo, finalmente, “la strada del cielo”: la strada per decollare e poi volare, la strada che non sia più condizionata dai vizi e dai bisogni degli uomini, avremo, dunque, la strada della libertà. Certo, poi, per percorrerla servirà una patente speciale che sarà rilasciata a chi ha rispetto per la sua terra, per la sua gente, per la sua famiglia. Ma soprattutto a chi non darà mai più modo di parlare, o il più delle volte sparlare, senza conoscere, il profumo e l’onestà di questa terra, della vostra e della mia terra, la Calabria.
E quando “la strada del cielo” sarà completata, potremo dire alla gente che verrà, che quella strada conduce, dritta, al Paradiso. Ah, senza pedaggio, perché qui siamo abituati ad accogliere i forestieri, anche quando preferiscono la strada del mare.