Oliverio Toscani e lo scatto sbagliato
- Antonio Strangio
É davvero strano e fa molto riflettere il fatto che il re degli scatti fotografici, colui che ha girato ogni angolo del mondo e il mondo ha immortalato nei modi più strani e polemici, ha paura dello stesso strumento che lo ha reso ricco e famoso, negando un selfie a un giovane studente, che fino al giorno prima, molto probabilmente pendeva dalle labbra e dagli scatti del noto artista della macchina fotografica, Oliverio Toscani.
Ma non è soltanto questo che va sottolineato e indagato nella controversa vicenda in cui sono finiti il noto artista e il giovane studente di Vibo Valentia, Vittorio Sibiriu di anni 18, frequentante la V classe del Lice Scientifico, G. Berto. Dietro la scelta che non è vero che è stata un gesto istintivo, di negare una foto a un proprio fans ci sta forse una forma di razzismo culturale misto a superbia, supponenza e una buona dose di scarso senso sociale e civile di un uomo e un artista che per il solo fatto di essere diventato famoso usando lo strumento che meglio conosce e lo appassiona, pensa che tutto il resto del mondo non è come lui, ma è negativo, brutto, sporco e schifoso. E questo resto del mondo per il quale prova odio e schifo, sta ancora più a Sud di Napoli e si chiama Calabria, la terra dove secondo Toscani cresce e comanda la malapianta. E appunto perché cresce soltanto in Calabria, può avere infettato tutti i suoi abitanti, nessuno escluso.
Ma se così è, aggiungiamo noi, che cosa ci è venuto a fare nella terra dei lupi? E che cosa lo ha spinto a venire in passato visto e considerato che ci risulta che è stato “usato” dal governatore Loiero, per costruire un volto e una immagine nuova della nostra martoriata terra? Il famoso “piano Toscani” , costato alle nostre tasche la bellezza di 3.871.385 euro e che nelle intenzioni del governo regionale doveva “svecchiare” l’immagine della Calabria. A meno che l’illustre artista – lo chiamano così – che nel corso della sua lunga e tanto chiacchierata carriera, fatta di scatti strani e quasi sempre forieri di grandi polemiche, non ha voluto ancora una volta sorprenderci dando un saggio della sua singolare vis polemica anche a macchina spenta, al fine di conquistare le prime pagine dei giornali e delle televisioni.
Solo che questa volta – lasciatemelo dire – non ha fatto bene i conti perché il suo gesto, il quale rimane incomprensibile e ingiustificabile, se è vero che non gli ha negato le prime pagine dei maggiori quotidiani, lo ha anche punito e di brutto, perché il ragazzo che gli aveva chiesto il selfie, non solo è un bravo e diligente studente come ce ne sono a migliaia in Calabria, ma è anche figlio di chi ha scelto di lottare la malapianta indossando la gloriosa divisa della Polizia di Stato, la madre, quella della Benemerita il padre, recentemente scomparso.
Morale, quando una parola o un gesto possono uccidere, mandare al macero quanto di buono e di originale uno è riuscito a fare nel corso della sua vita. Perché è chiaro che questa “antropolgica” vicenda è diventata un marchio, e si sa che i marchi una volta realizzati e poi appiccicati sul petto del protagonista, difficilmente si scollano.
Dimenticavo. La strana e contorta vicenda, ha avuto come epicentro la città di Vibo Valentia. Il tutto è accaduto alla fine della mostra fotografica dal titolo molto eloquente: “Razza umana”. Sorge spontaneo a questo punto, un interrogativo che diventa dubbio: Oliverio Toscani, a quella razza appartiene?