Opinioni. Le idee degli altri
- Cosimo Sframeli
Elezioni, leader nascenti e calanti, partiti vecchi e nuovi, processi “eccellenti”: i giornali ne sono pieni. Niente di più normale che parlarne con amici e conoscenti. Ma spesso da un innocuo commento prende il via una discussione sempre più accesa, che può trasformarsi in un litigio. Non dobbiamo certo rinunciare ad esprimere le nostre opinioni, ma di evitare preconcetti, intolleranze, settarismi, disprezzo delle idee altrui; è indispensabile un po’ di diplomazia e soprattutto rispetto reciproco, che è alla base di ogni buona convivenza. Pertanto, cautela nell’uso delle parole. La politica suscita grandi emozioni e passioni, quindi non bisogna usare termini offensivi verso partiti o personaggi che l’interlocutore stima. La sua scelta va rispettata. Inoltre, pazienza nell’ascoltare le ragioni dell’altro fino in fondo, senza interromperlo continuamente con precisazioni e battute sarcastiche; saper ascoltare un’opinione diversa dalla propria è indice di una mentalità aperta e di fiducia in se stessi. Per di più, evitiamo di “convertire”: il bello di una discussione valida sta proprio nel fatto che i due interlocutori restano del proprio parere iniziale, ma arricchiti e con meno pregiudizi. Nel rarissimo caso in cui si convinca l’altro a cambiare radicalmente punto di vista, bisogna vincere con discrezione, senza esaltarsi o umiliare lo sconfitto. Poi, però non pretendiamo di apparire simpatici e rassegniamoci ad essere detestati: d’altronde, si è più affezionati all’orgoglio che alle idee. Ancora, accettiamo le critiche pertinenti, senza negare l’evidenza “per principio”: la nostra obiettività nell’ammettere un punto di vista che ci nuoce ci varrà una maggiore considerazione.
Soprattutto, non perdiamo la calma. Reagire d’istinto o con un insulto a una provocazione verbale non aiuta certo a comunicare, ma solo a creare conflitti e a perdere il rispetto degli altri. Si può imparare a far valere il proprio punto di vista con tatto e gentilezza, senza aggredire o contraddire in modo perentorio.
Particolarmente, non abusiamo delle vicende politiche come unico argomento di conversazione, non trasformiamo ogni riunione di amici in una Tribuna elettorale, non monopolizziamo la conversazione, evitiamo di provocare chi sappiamo convinto assertore di idee opposte alle nostre (l’ennesimo match pari avrebbe come unico risultato di annoiare e imbarazzare i presenti), non permettiamo che la passione politica lasci dietro di sé conflitti inespressi e irrisolti che poi guasteranno l’atmosfera dei nostri rapporti umani.
Infine, non abbiamo paura di dichiarare la nostra scarsa conoscenza di un argomento, o il fatto che non ce ne siamo ancora fatta un’opinione certa: ascoltiamo gli altri, mostriamoci attenti, disponibili, pronti a imparare qualcosa da chi ci parla. Quasi sempre, nelle discussioni politiche ha molto più successo un ascoltatore intelligente che un grande parlatore.