Piazze morte (Chjiazzi morti…senza cchiù cotrari!)
- Bruno Salvatore Lucisano
Il silenzio è saggio per quanti non hanno nulla da dire. Il silenzio è comodo per i vigliacchi, è omertà per i servi che aspettano la mancia. Il silenzio è complice delle malefatte, degli errori. Il silenzio nutre la sopraffazione e le diseguaglianze. Il silenzio è accettazione di ogni forma di male. È accoglimento di ogni prevaricazione. Il silenzio è dei muti dell’anima e di chi non ce l’ha. Il silenzio è sottomissione, è la dichiarazione definitiva di essere servi per tutta la vita!
Ne avrei altri mille di esempi da legare al silenzio dei muti dell’anima, al silenzio degli omertosi per la paura di vivere…o di morire.
Mi fermo qui, aspettando di ascoltare il primo piccolissimo rumore che squarcerà il silenzio della rassegnazione dei giovani senza lavoro, senza prospettive, senza speranza. Il rumore che non sia lo squillo del telefonino o il calpestio delle ultime Hogan, ma il fragore di chiedere quello che spetta, subito, da adesso e una volta per tutte. Un rumore forte, assordante. Il rumore della folla unita, il rumore di milioni di giovani che chiedono rispetto e lavoro. Subito. Senza scuse!
Stanno ritornando i vecchi fantasmi come salvatori della Patria, quelli che l’hanno affossata e resa ridicola davanti al mondo. Piccoli leader di famiglia col partitino di famiglia, piccoli esseri viventi che prolificano nel silenzio. Giornalisti che ancora mettono il microfono in bocca a Casini o D’Alema per sapere cosa pensano e cosa dicono!
Riprendetevi la vita, la vostra vita, quelli che l’hanno avuta in mano e tutt’ora ce l’hanno, che non la meritano e la utilizzano per i loro fini e per la loro mania del potere. Pretendete un lavoro e, se vi dicono che non c’è, pretendete un reddito di cittadinanza e, fino a quando non trovano i soldi (così come li hanno trovati in un giorno per il MPS) rimanete sulle piazze per giorni mesi anni, finché non ve la daranno vinta.
Non c’è più la sinistra in Italia, quella dei poveri e dei disoccupati, ora è al potere e si comporta né più né meno come la peggiore Democrazia Cristiana.
Non date più ascolto e credito a chi è lì da cinquant’anni e vi ha portato a questo s (S) tato. Ribellatevi.
Non aspettate di diventare terremotati (come i terremotati) senza casa, famiglia e lavoro.
Scendete in piazza altrimenti vi sbranano!