Platí. «É nel voto che si nasconde il segreto della libertá»
- Pasquale Catanzariti
Ho accolto con favore la direzione regionale del PD il due giugno 2015 a Platì, non che abbia dubitato si trattasse di una passerella, ma quella passerella poteva svegliare Platì dal torpore in cui era caduta, e qualcosa in questo senso quella giornata ha portato; è ricominciata la dialettica politica e per la prima volta dopo tanto tempo ho sentito battere il cuore politico di questo paese.
Annarita Leonardi piombata anch’essa a Platì il due di giugno è uscita dal cuore dei platiesi se lo fu mai nello stesso momento in cui c’è entrata, perché persa nel suo ambizioso progetto non ha mai ascoltato e mai cercato di capire i platiesi, ha fondato la sua azione politica sui luoghi comuni che Platì cercava disperatamente di scrollarsi di dosso. La linea di tendenza della sua popolarità a Platì è stata pressoché statica lungo tutto il suo percorso toccando il punto più basso nei giorni del falso comunicato stampa di appoggio alla candidatura dell’inesistente circolo PD platiese. Negli ultimi due mesi Annarita ha rivolto le sue attenzioni alla popolosa frazione di Cirella che è stato per lei un palliativo che l’ha portata a 24 ore dalla presentazione delle liste a dover ammettere che per quanto l’impegno era stato massimo non c’erano i presupposti per creare la lista.
Al PD locale, nazionale e alla politica in generale va la colpa, di non essere riuscito o non aver voluto capire che a Platì non c’era bisogno di un candidato sindaco e nemmeno di candidati consiglieri, c’era bisogno bensì di analizzare i motivi che hanno portato per due volte alla mancata espressione di un sindaco, capire che gli scioglimenti selvaggi fanno scappare i cittadini onesti e non la ‘ndrangheta dai consigli comunali.
Perchè se Platì soffre quando “per lo ‘nferno suo nome si spande” dopo i fatti di cronaca che coinvolgono i suoi cittadini, di più soffre quando accanto al suo nome, si spandono gratuitamente i pregiudizi creati da dichiarazioni, articoli e commenti che della realtà platiese non descrivono nulla essendo frutto non dell’osservazione della realtà e dei fatti analizzati ma di stereotipi ormai superati .
Cali il sipario adesso, due liste sono candidate ad amministrare questo paese e Platì avrà il tanto agognato sindaco, ritrovino le vicende politiche platiesi la loro naturale dimensione mediatica.
A tutti i candidati che, sfidando il senso comune platiese e il pregiudizio esterno, hanno messo la faccia (e non solo quella), vanno oggi i nostri applausi, facciano adesso la loro campagna elettorale per le strade e le piazze di Platì, di Senoli, di Gioppo, di Lauro e di Cirella parlando di acqua, rifiuti, dissesto idrogeologico, scuole, strade e soprattutto di speranza, e una volta eletti siano rispettosi del loro ruolo e non siano rappresentanti di se stessi o di quelli che pensano che siano stati i loro elettori, non giochino a zona o a uomo ma a tutto campo, siano essi rappresentanti del popolo, anche se è pur vero che così fan tutti loro sono chiamati ad andare oltre sfidando le leggi della malapolitica, dei favoritismi, del clientelismo, perchè la divisione della comunità in due o più strati con diversi diritti e più o meno privilegi sarà sempre fonte di guerra e divisioni e non porterà mai la pace e la serenità che Platì ha bisogno in questo momento e per il futuro. Quello che accadrà domani non lo sappiamo, per quanto riguarda il presente sappiamo di essere nella strada giusta, sappiamo che non si può sbagliare e il fatto che anche non sbagliando le cose possono ugualmente andare male non sia una giustificazione a non agire sempre nella massima legalità.
E i platiesi popolo di antieroi con tante macchie e tantissima paura il cinque giugno vadano a votare sapendo che in quella semplice operazione si nasconde il segreto della loro libertà.
Auguri Platì.