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Platì. «Incomprensibile levata di scudi contro Padre Giuseppe»

  •   Redazione
Platì. «Incomprensibile levata di scudi contro Padre Giuseppe»

Il Consiglio Pastorale Parrocchiale, esprime, all'unanimità, piena solidarietà al proprio parroco p. Giuseppe Svanera, per la bufera mediatica che si è abbattuta su di lui, per l'esercizio di un diritto garantito dalla legge.

Egli ricorre avverso l'ordinanza questorile, (diritto previsto dalla nota a piè di pagina della stessa ordinanza, emessa in ottemperanza ad un Regio Decreto del 1931, decretato sotto la  Presidenza del Consiglio di Benito Mussolini) relativamente al luogo dove svolgere il rito funebre per il defunto Giuseppe Barbaro, deceduto in carcere, in quanto affetto da una serie di gravissime patologie. Il rito funebre svoltosi alle sei di mattina al cimitero, in ottemperanza al dispositivo di cui sopra, è stato un ulteriore oltraggio al defunto; a quell'ora il cimitero, non illuminato, è avvolto nel buio più totale, siamo quasi a fine ottobre! E il rito si è dovuto svolgere, ahinoi, alla luce dei telefonini!

Dov’è dunque, lo scandalo del ricorso?

Signori giornalisti, ditecelo!

Ciò che maggiormente facciamo fatica a comprendere, sia detto con il massimo rispetto... è l'aspra presa di posizione della Conferenza Episcopale Calabra, nei confronti del parroco, assunta senza neanche averlo interpellato, scandalizzata per un atto di misericordia di quest'ultimo verso un figlio di Dio, ancorchè colpevole, deceduto, e la sua famiglia.

Siamo perfettamente d'accordo che non ci può essere compatibilità tra Vangelo e 'ndrangheta, ma siamo altresì convinti che c'è  altrettanta incompatibilità tra la dichiarazione della C.E.C. e il vangelo di Gesù Cristo, nel quale ci ha svelato il volto misericordioso del Padre, che è benevolo (per chi se ne fosse dimenticato) verso gli ingrati e i malvagi, e ci avverte a stare attenti a non chiudere il regno dei cieli davanti agli uomini! Vangelo mal digerito fin dall'inizio, dalla stessa istituzione religiosa del tempo, la quale detestava Gesù perchè amico dei pubblicani e dei peccatori!  

Legge umana e legge divina viaggiano su due binari paralleli: la prima persegue la giustizia; la seconda è improntata alla misericordia.

La legge umana condanna giustamente il ladrone alla pena capitale, ma, sul Golgota, Cristo, misericordia di Dio, gli annuncia  per lo stesso giorno il Paradiso.

Gesù non abolisce la legge umana, ma la trascende: “Avete inteso che agli antichi fu detto..., ma IO VI DICO...”

Stiamo vivendo l'Anno Giubilare della Misericordia. Misericordia che non può essere aria fritta! Le nostre chiese sono tappezzate di locandine con la scritta “Misericordiosi come il Padre”, ma poi nei fatti concreti, a volte, siamo lontani mille miglia dalla misericordia della quale ci riempiamo la bocca! Il Padre misericordioso scorge il figlio, che tanto lo ha fatto soffrire, da lontano (che torna solo per convenienza), ma non lo attende sull'uscio di casa, gli va incontro, gli CORRE incontro, lo abbraccia, lo veste di dignità e gli dà l'amministrazione della casa.

Questa è la misericordia del Padre! Questo è il Vangelo di Gesù!

Il Signore ci insegna che il male si vince solo ed esclusivamente con il bene. Mai con gli anatemi! Lasciamoci alle spalle gli errori e gli orrori del passato che fanno poco onore alla Chiesa e cagionato tanto male alla società, per i quali, San Giovanni Paolo II, chiese umilmente e pubblicamente perdono!

Nessuno dica che noi siamo contro la legge! Guai a noi se non ci fosse la legge! Molti di coloro che hanno amministrato e  amministrano la giustizia fanno parte del novero degli eroi della nostra società, e, di essi andiamo più che fieri!

La giustizia deve essere giusta e punire i colpevoli, lo dice anche San Paolo: “Non invano essa porta la spada”.

Riteniamo, tuttavia, che per sconfiggere le organizzazioni criminali non basta il divieto dei funerali pubblici. Parce sepulto!  

Forse l'abolizione dei padrini per i cresimandi, da più parti avanzata, ma non accolta dalla C.E.C., sarebbe stata più utile.

Non basta neanche la presenza militare dello stato; con la sola repressione si ottiene poco. Occorre piuttosto Educare alla legalità, e, soprattutto, Creare lavoro,  principalmente per i giovani. Ora et labora! L'ozio, come diceva San Benedetto, è nemico dell'anima, e anche del corpo.

Chi viene a Platì non si scandalizzi quando vede tanti ragazzi in motorino!

É l'unica valvola di sfogo per le loro energie. Da quando è arrivato a Platì, p. Beppe, ha profuso tutte le sue forze per il bene della comunità.

Si sta battendo come un leone, tra mille difficoltà, per tante cose, ma soprattutto per la realizzazione di un oratorio per i nostri ragazzi.

Le critiche? Non se ne cura! Confortato da una retta coscienza va avanti come un treno, sostenuto dalla nostra vicinanza e dal nostro affetto.

Platì 26 ottobre 2016

Il Consiglio Pastorale


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