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Rajae Bezzaz accusa Reggio di non essere "accogliente". La Calabria non ci sta

  •   Bruno Salvatore Lucisano
Rajae Bezzaz accusa Reggio di non essere "accogliente". La Calabria non ci sta

Rajae Bezzaz, l’inviata di Striscia che dal grido finale dei suoi servizi si può confondere come capo di una tribù indiana, in realtà è marocchina. Il grido che fa alla fine di ogni suo servizio non è altro che un urlo liberatorio per le cazzate che dice. Il movimento veloce della lingua è un movimento che le consente di scaricare tutti microbi raccolti andando in giro a raccattare e raccontare cazzate.

La marocchina è arrivata a Striscia non soltanto per la sua cul (tura) ma per una carriera sfavillante, ella, infatti, è stata la prima donna di razza musulmana a calcare le scene del Grande Bordello. In una intervista (no al Times) a Sorrisi e Canzoni ha dichiarato di essere venuta dal Marocco per far conoscere le culture che vivono nel suo paese - (le cul) va bene (le ture) non so.

Cara signorina noi in Calabria ed in Italia siamo talmente accoglienti che, con tanti giornalisti e giornaliste a spasso, abbiamo accolto lei che (probabilmente) non è giornalista e l’abbiamo sistemata in una trasmissione Tv che è seguita da un bel po’ di milioni d’italiani.

Non le dico e non le racconto delle migliaia di persone accolte in Calabria e in particolar modo al porto di Reggio Calabria. La Calabria, Reggio Calabria ed i calabresi, sono proverbiali per l’accoglienza e il fatto che una marocchina, sì una marocchina, pensi diversamente da me non mi offende perché io ho ben presente chi è lei e chi rappresenta (il nulla).

Se a Reggio Calabria ci fosse un sindaco (che non c’è) la signorina marocchina e Striscia sarebbero state già denunciate per vilipendio ad una città che insegna l’accoglienza e la civiltà, a lei (il nulla) e a chi l’ha messa lì (il varietà), mettendo da parte giovani laureate italiane che sono a spasso. E che probabilmente non hanno la sua cul (tura).

Noi siamo talmente accoglienti, signorina, che permettiamo a una come lei (figlia di una marocchina e un berbero) di venire a casa nostra ed ingiuriarci e non solo, percepire uno stipendio che agognano e sognano migliaia e migliaia di ragazze (italiane).

Noi, signorina, siamo talmente accoglienti che permettiamo a una come lei (marocchina) di farla lavorare, di farci la morale, anziché lasciarla affondare su una barca.

Signorina il suo urlo (berbero come suo padre) alla fine dei servizi (?) mi è assolutamente indifferente, allo stesso modo della sua esistenza.

Il servizio di Striscia:

http://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/che-rottura-di-scatolone_27385.shtml


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