Sentenza storica: la Corte di Lussemburgo dà ragione a Vincenzo Brancatisano
- Domenico Stranieri
Una vertenza giudiziaria che nasce dal Libro-inchiesta “Una vita da supplente”.
Tutto parte da un libro-inchiesta del 2010: Una vita da Supplente, Nuovi Mondi.
L’autore, Vincenzo Brancatisano, nato a Caraffa del Bianco, docente di diritto ed economia e giornalista, denunciava che: “Nella scuola pubblica italiana si perpetra una delle più gravi forme di sfruttamento del lavoro. Centinaia di migliaia di insegnanti precari vengono spremuti e mal pagati da un datore di lavoro, lo Stato, che pure si arroga il diritto di scrivere leggi contro lo sfruttamento e la violazione dei diritti”. Era questa la sua tesi di partenza. Dopodiché nel libro si evidenziava l’inadeguatezza delle molteplici proposte legislative dei vari governi (sia di destra che di sinistra), i quali hanno solo favorito l’affermarsi della provvisorietà come “regola”, con precari "perennemente umiliati da leggi illogiche e graduatorie assurde dove non contano il merito e la bravura". Il libro si chiudeva con l’indicazione di “una via europea contro l’abuso dei contratti a termine”, visto che le direttive Ue hanno immediata validità all’interno dei paesi membri. Dopo una lunga querelle, oggi la Corte di Giustizia di Lussemburgo ha pronunciato una sentenza storica, poiché ha confermato le tesi del libro di Brancatisano, ovvero la presunta illegittimità dei contratti a termine.
Già uno dei protagonisti delle vertenza giudiziaria, l’avv. Walter Miceli, aveva affermato che “La sentenza della Corte di Giustizia, se sarà positiva, rappresenterà una pietra miliare nella lotta contro lo sfruttamento e la precarizzazione di tutti i rapporti di lavoro. Il libro Una vita da supplente è stato in grado di squarciare il muro di silenziosa rassegnazione dietro al quale veniva celata l’intera vicenda del precariato scolastico. Noi abbiamo seguito quella strada”. Naturalmente erano tanti i precari della Locride che attendevano questa deliberazione, anche perchè le sentenze interpretative della Corte di Lussemburgo sono vincolanti per i giudici nazionali i quali dovranno uniformarsi al diritto comunitario, pena la responsabilità civile per colpa grave. Nonostante l’apparente indifferenza sul tema dimostrata dal governo (che peraltro rilancia un’altra possibile discriminazione sugli scatti di competenza pensati solo per il 66 per cento dei docenti) la gravità delle conseguenze è estrema. Difatti, come si evince anche dal sito di Repubblica.it: “ il bacino degli insegnanti precari che sono stati in cattedra più di tre anni è tra le 250 e le 300 mila persone. Se si rivolgeranno a un tribunale del lavoro italiano, con questa sentenza europea che fa giurisprudenza, la strada della loro assunzione diventerà certa. Chi nel frattempo ha già trovato un impiego al di fuori della scuola potrà chiedere un risarcimento”.
Ma non solo. Brancatisano ci spiega che "la sentenza odierna sarà efficace per tutto il settore pubblico, se si deciderà di far causa, con un terremoto dalla proporzioni bibliche che colpirà ogni settore dove si annida il fenomeno della reiterazione dei contratti a termine: scuole e uffici comunali, asili e scuola infanzia comunali, Province, Regioni, ospedali, università, Asl, Vigili del Fuoco e tanti altri. Centinaia di migliaia di precari con almeno 36 mesi di servizio potranno essere assunti a tempo indeterminato e in aggiunta (o in alternativa, dipende dal dispositivo) lautamente risarciti".
Non per niente, anche a noi di In Aspromonte, Vincenzo Brancatisano (www.egiornalismo.it) ha dichiarato “La sentenza della Corte di Lussemburgo rende oggi giustizia a centinaia di migliaia di precari della scuola e della pubblica amministrazione, vittime per anni e decenni di abuso dei contratti a termine da parte dello Stato”, Insomma, adesso non vi è più nessun dubbio: “l’Italia non rispetta i suoi insegnati e abusa dei contratti a termine”.