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Sete di sangue

  •   Rocco Mollace
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Il nome chirottero deriva dal greco kheir, mano, e pteron, ala, e vuol dire mano alata. I chirotteri (più noti come pipistrelli), sono un ordine della classe dei mammiferi distribuito in gran parte del pianeta e rappresentato da poco meno di 1000 specie; si dividono in: Megachirotteri e Microchirotteri. Il primo sottordine è rappresentato da una sola famiglia e conta 175 specie, soprattutto di grandi dimensioni, note come “volpi volanti”. Si tratta di specie che vivono nelle zone tropicali e subtropicali e che si nutrono di frutta, polline e nettare. Il secondo sottordine, quello dei Microchirotteri, è costituito dalla gran parte delle specie di chirotteri viventi, riunite in 17 famiglie, e comprende tutte quelle che vivono in Italia ed Europa. I chirotteri sono gli unici mammiferi capaci di un volo attivo grazie alle caratteristiche scheletriche del braccio e soprattutto della mano. L’ala caratterizza l’arto anteriore ed è costituita dalle ossa del braccio, da quelle della mano e da una membrana sottile, il patagio, che è sostenuta da queste e si attacca ai lati del corpo ed all’arto posteriore. Le ali di questi mammiferi possono essere lunghe e strette oppure corte e larghe, in particolare la forma, le dimensioni e la superficie delle ali sono legate a determinati stili di volo ed a specifiche strategie di caccia. Il sesto senso dei chirotteri è in grado di percepire con straordinaria precisione l’eco di ritorno dei segnali ultra-sonori emessi in modo che l’animale possa ottenere un’immagine sonora del mondo circostante. Le orecchie presentano caratteristiche diverse per forma e dimensione e sono uno dei caratteri utili per distinguere le varie specie. I chirotteri sono in grado di utilizzare numerose fonti di alimentazione; le specie che vivono nei paesi tropicali si nutrono di frutta e polline (contribuendo in questo modo all’impollinazione ed alla dispersione dei semi), di piccoli mammiferi, di pesci, di anfibi, di rettili, di invertebrati, ecc. Il vampiro comune (Desmodus rotundus) incide con i denti la pelle degli animali domestici (mucche,cavalli, galline) e si nutre del sangue stillato dalle ferite. Tutti i chirotteri presenti in Italia ed in Europa sono fondamentalmente insettivori. In inverno i due fattori che maggiormente incidono sulla vita di un chirotteri sono l’abbassamento di temperatura ambientale e la forte diminuzione del numero degli insetti, quindi di prede, in attività. Il freddo inoltre determinerebbe la necessità di consumare molte energie per mantenere la temperatura corporea a livelli accettabili e la scarsa disponibilità di prede non riuscirebbe a compensare il dispendio di energetico necessario per mantenere le funzioni vitali, cacciare e svolgere attività sociali, il chirotteri utilizza una specifica strategia: entra in ibernazione. L’ibernazione è uno stato di profondo torpore che dura giorni, settimane o mesi ed avviene su base stagionale. L’estate è la stagione ideale per le condizioni ambientali e la disponibilità di prede; è il momento migliore quindi per far nascere i piccoli e dedicarsi alla caccia. Il parto avviene con la femmina appoggiata alle pareti del rifugio con i quattro arti, ripiega l’uropatagio verso la pancia in modo da formare una sacca che accoglie il piccolo; il neonato, coperto da pochi peli, si arrampica sul corpo della madre e si attacca al capezzolo per succhiare il latte. Gli squittii emessi dal piccolo ed il suo odore caratteristico consentiranno alla madre di riconoscerlo fra le altre centinaia di neonati. Negli ultimi anni in Italia è stata segnalata la presenza di nuove specie il pipistrello pigmeo il vespertilio dorato, il vespertilio magrebino e due nuove specie di orecchione: l’orecchione alpino e l’orecchione sardo. Tutte le specie italiane di chirotteri sono protette ai sensi di legge (11 Febbraio 1992, N° 157).


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