Vi ho consigliato la zappa prima di Mauro Corona
- Ruggero Calvano
Noci, castagne, fave, piselli, patate e più avanti pomodori, zucchine, fagioli, peperoni.. La terra continua a dare ciò che serve a chi la tratta con amore. Oltre al cibo rasserena l’anima a chi la vive. La crisi dell’Occidente da qui è una nebbia rada che sovrasta minacciosa i paesi sulla costa. Qui la posta non arriva e con essa mancano i solleciti di pagamento. Cartelle esattoriali, bollettini di conto corrente? E chi li ha mai visti e chi mai li vedrà da queste parti. Alla civilizzazione non chiediamo nulla se non di tenersi alla larga e di noi la civiltà nulla conosce. Siamo uno sparuto gruppo di bestie inselvatichitesi dopo aver assaggiato l’erba amara dei pascoli urbani e aver respirato l’acre odore delle polveri sottili. Abbiamo i nostri eroi noi, quelli che in barba alla MONSANTO hanno custodito e ci hanno tramandato antiche sementi in grado di fare figli al contrario della prole sterile messa in commercio dalla multinazionale che ha il monopolio del verde nel mondo. Sveglia all’alba e letto al tramonto. Niente diete e nessuna astinenza, di nessun tipo. Il corpo si autoregola secondo leggi di natura, prende ciò che gli serve e rifiuta il resto. Qualcuno all’inizio ci compiangeva pensando fossimo dei vecchi arnesi col cervello ridotto in pappa dagli strani abusi ai quali un tempo eravamo adusi. Qualcuno che ora è in fila a elemosinar monete davanti a un cinico bancomat che non è una mucca e se gli fai una carezza si lascia mungere. Qualcuno che è passato dai supermarket ai discount e poi ai mercatini e adesso non sa più a quale santo pensionato rivolgersi per garantire un pasto alla famiglia. Qualcuno che ha gioito per la vittoria in Francia di Hollande, pensando che fosse una svolta in favore dei poveri e invece il presidente francese è già in fila che fa anticamera per farsi ricevere dalla Merkel, e le sue prime parole sono state spese in favore della TAV che vogliono i banchieri. Mi spiace per gli illusi, anzi mi spiace solo per i loro incolpevoli figli. Noi che ci siamo piegati alla zappa per tempo, in un modo o in un altro la pancia ce la riempiremo alla faccia dei banchieri e delle multinazionali. Ma noi viviamo in una colonia penale che si chiama Kampusa, loro stanno nella civiltà del terzo millennio e so bene qual è più prigione fra le due. E non per dire, sono vecchio e non tengo all’orgoglio, ma l’invito a zappare lo do da più tempo di Mauro Corona.