Argentina. Un calabrese di origine, presidente di una grande Nazione
- Mimmo Musolino
Si chiama Mauricio Macri ed il padre, Francesco, era emigrato da Polistena la ridente cittadina della piana di Gioia Tauro, ed in Argentina aveva fatto fortuna come tanti altri calabresi. Non intendo fare cronaca politica e carrieristica del nuovo Presidente, successore e vincitore di potenti rappresentanti dell’era Peronista che ha caratterizzato, negli anni, la storia di questa grandissima Nazione. Quando ho appreso la storica notizia mi è venuta la pelle d’oca per l’emozione, ed il mio pensiero è andato trafilato alle centinaia di migliaia di calabresi d’Argentina tra i quali anche qualche mio lontano parente.
A Careri, nella fantasia di noi ragazzi, che avevano i padri o i nonni o gli zii emigrati, l’Argentina veniva prima dell’Australia ed anche prima del sogno dell’America opulenta. Difatti gli “atti di richiamo” più numerosi riguardavano proprio l’Argentina.
Ho avuto un fremito ed un impeto d’orgoglio prorompente quando ho sentito la voce rotta dall’emozione ma decisa della cugina e del pronipote intervistati da Antonio Condò per il TG 3-Calabria in un servizio da Polistena, nella quale cittadina il nuovo presidente dell’Argentina si era recato proprio di recente, circa un anno fa, come se egli presagisce che poi non avrebbe avuto più lo spazio di tempo (ma potrebbe arrivare in visita ufficiale , giriamo la proposta ad sindaco di Polistena) per vedere i luoghi delle sue origini ed i suoi parenti ancora in vita e dei suoi antenati.
C’è purtroppo da sottolineare, ma è fatto recidivo, che la stampa e la TV nazionale non hanno messo nel dovuto risalto questa storica notizia. Con due uomini italiani: un calabrese d’Argentina, Mauricio Macri, al potere in questa grande Nazione e con un piemontese d’Argentina, Jorge Mario Bergoglio – Papa Francesco successore di San Pietro in Vaticano, tutte e due via Buenos Aires (il primo da Sindaco ed il secondo da Vescovo) è auspicabile che tutto il Mondo possa avere una maggiore e convinta determinazione per l’affermarsi della pace e della giustizia sociale soprattutto in questo gravissimo e particolare momento storico in cui il feroce e sanguinario terrorismo ha messo in atto una terza sciagurata tragedia mondiale, subdola e vile, e per questo molto più pericolosa in quanto il pericolo e la tragedia può arrivare comunque, ed in ogni parte del mondo, senza alcun preavviso o possibile difesa da parte dei popoli.