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Associazioni. Cumelca Roghudi, nel senso d'appartenenza

  •   Gianfranco Marino
Roghudi Roghudi

Cumelca Roghudi, nel senso d’appartenenza e nell’antico antico idioma, il dna dell’Aspromonte greco.

Dna calabro greco, innovazione, cultura, e sicuramente questo il trinomio inscindibile per la gente di Roghudi, da sempre legata a doppia mandata a quella fetta d’Aspromonte che a distanza di oltre quarant’anni, rimane la, immobile e spettrale a testimoniare la sofferenza e la storia di un popolo. Il legame di questa gente col proprio territorio assai avaro di concessioni, certo non è mistero per nessuno, la voglia di rimarcare il forte senso di appartenenza neanche. Forse, anzi sicuramente con questi presupporti, nasce a Reggio Calabria l’Associazione Cum.El.Ca. zonale di Roghudi, una realtà associativa che si sviluppa in un contesto territoriale intriso di cultura greca. Cosa vuol dire per i roghudesi, senso di appartenenza, cosa rappresenta quel lembo di montagna e soprattutto cosa si prefigge la neonata associazione Cumelca, lo abbiamno chiesto al presidente del nuovo sodalizio, Agostino Zavettieri.

Incontriamo Agostino a Reggio, Piazza duomo, in una fredda sera di fine gennaio. Il maestrale si incunea dalle traverse che salgono dal lungomare Falcomatà sferzando a tratti Corso Garibaldi. Il freddo su a Roghudi a 527 metri di quota e ancora più su ai 760 metri della frazione Ghorìo, non è lo stesso, è più secco, meno carico di umidità, lo avverti di meno, in questa città, dove siamo nati, ma dove ci sentiamo perennemente ospiti avverti ancora di più la sensazione di freddo, al pari della nostalgia, quella che non ci abbandona mai, quella che ci fa compagnia quasi fosse una condanna imposta dalla storia. Se dovessi rispondere sul perché sia nata la Cumelca Roghudi, direi che tra i principali obiettivi, c’è quello di mantenere vivo il legame con le nostre origini e con la nostra terra, a questo uniamo l’obiettivo di far conoscere al grande pubblico i nostri valori, la lingua, la nostra identità, obiettivi che vogliamo raggiungere  attraverso eventi, musica, letture, iniziative culturali, volte a promuovere la realtà greco-calabra, rilanciandola e rendendola fruibile a tutti. Ormai da tempo collaboriamo con altre realtà associative, organizzando servizi transfert con visite guidate nei principali centri dell’area grecanica, attivando convenzioni con struttura ristorative e ricettive nei vari territori di interesse tessendo così una lunga serie di rapporti tra imprese e associazioni. Dopo il successo della presentazione del cortometraggio su Roghudi proiettato proprio a Reggio Calabria, promuoviamo un altro suggestivo evento che si terrà in città presso un rinomato locale del centro cittadino, dietro Villa Zerbi  il prossimo 6 febbraio alle 18:00. Protagonista sarà la cultura calabro-greca con uno dei suoi massimi rappresentanti, Salvino Nucera che presenterà una delle sue ultime fatiche letterarie, dal titolo l’anevasi, l’ascesa. Ma  l’appuntamento del 6 febbraio non sarà solo con la letteratura, non mancheranno infatti poesie in lingua grecofona e intermezzi musicali tradizionali. La nostra, è una realtà culturalmente molto complessa, un microcosmo che a distanza di tanti anni sembra riproporsi in lungo e in largo nella provincia reggina e non solo, ovunque la nostra gente si sia collocata all’indomani dell’esodo dal vecchio centro abitato. L’attaccamento alle nostre radici, alle usanze e non ultimo all’antico idioma, rappresentano un elemento distintivo di una parte d’Aspromonte greco, tanto dura quanto affascinante e radicata nel nostro dna, un unicum che vogliamo emerga come elemento di grande positività, per questo ci stiamo impegnando e continueremo a farlo in direzione del recupero del nostro patrimonio, soprattutto quello immateriale”.


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