Cartolina aspromontana. Quando la cultura diventa primavera
- Antonio Strangio
Sembravano studenti in attesa del giudizio i vincitori della XII edizione del Premio Letterario, dedicato allo scrittore che più di ogni altro ha impreziosito la letteratura italiana del primo Novecento: Corrado Alvaro. Con una lieve ma sostanziale differenza, però. Gli studenti, in attesa del fatidico giudizio, quello che può cambiare il corso di un anno scolastico, sono tesi, nervosi e impacciati. I vincitori del Premio Alvaro, un giovane scrittore che tale è diventato perché affascinato dallo scrittore di San Luca, un giornalista di razza come Arcangelo Badolati e un autore navigato come Piero Pieri, pur essendo tesi, in compenso hanno gli occhi lucidi e il viso felice, solare, perché non vedono l’ora, a differenza dei giovani studenti, di salire sul palco e ricevere – dalle mani di chi il premio lo ha voluto e lo protegge da tutti e tutto- il prestigioso riconoscimento.
Il Premio Letterario Corrado Alvaro riesce a provocare tutte queste emozioni, e forse come abbiamo potuto percepire, i più impacciati, tesi, preoccupati, sono proprio gli organizzatori, perché, per far uscire e migliorare negli anni il Premio, hanno dovuto sacrificare alcuni degli anni migliori della loro vita, anche se tutti gli anni sono i migliori della nostra vita. E perché sanno che mani e menti occulte, travestiti da dirigenti regionali, espressione della più bieca e indegna politica, molto distante da quelli che sono i problemi e le iniziative poste in essere nei paesi come San Luca, lavorano non per proteggere e migliorare tutto ciò che si fa a costo di enormi sacrifici, ma viceversa affossano, uccidono il premio e i sogni e i progetti di un paese e una comunità che, pur costretta a vivere tra l’incudine di chi onestamente non vuole vivere, e il martello di chi invece il vivere civile è chiamato a tutelare, sta facendo di tutto per marcare con una linea netta ma continua, il confine tra le buone cose che si fanno, e le poche che invece buone non sono e fanno di tutto per rovinare, l’immagine di un paese e una comunità.
A parte tutto questo, i balconi delle case di San Luca, venerdì 24 aprile erano adornati a festa e sui davanzali non faceva bella mostra ciò che primavera è, ma ciò che invece primavera può diventare. Un fiore che affascina e attira e si chiama cultura, quella con la C maiuscola, che anche quest’anno ha fatto tappa nel paese di San Luca, si è fermata nella casa dello scrittore Corrado Alvaro, ora casa museo e sede della omonima fondazione, e da lì, accompagnato in pompa magna da un esercito di sognatori, si è trasferito nell’Aula Magna della scuola elementare per parlare e dire il fatto suo a chi al premio ha partecipato, lo ha vinto e ha poi salutato e ringraziato, perché consapevoli di aver conquistato un trofeo il cui valore è tutto nella bellezza e nella forza della cultura. Alla faccia di quei personaggi come l’ex Ministro Carmela Lanzetta che per ben due volte non ha trovato il tempo per salire in macchina, e da Monasterace il suo paese, raggiungere San Luca per ritirare il Riconoscimento a Lei assegnato. Cosa che invece hanno fatto i magnifici Rettori dell’Università “Tor Vergata” di Roma e “Sapienza” sempre di Roma, pure loro calabresi, che hanno lasciato ogni cosa per raggiungere San Luca e ritirare il prestigioso riconoscimento. Un richiamo che deve valere anche per chi era stato chiamato a sedersi al tavolo dei relatori, come i Commissari straordinari chiamati a gestire il comune di San Luca all’indomani dello scioglimento del civico consesso. Nessuno della famosa e tanto chiacchierata terna, ha sentito il dovere di rispondere presente e portare il saluto della comunità che sono stati chiamati a gestire. Un comportamento che fa pensare a quanta distanza e chiusura c’è tra chi è chiamato a gestire la cosa pubblica nei comuni in via del tutto straordinaria e il popolo sovrano che questa gestione non l’ha mai digerita.
I lavori sono stati chiusi dal l’instancabile presidente Aldo Maria Morace, che pur impegnato nel difficile e delicato ruolo di preside presso la Facoltà di lettere dell’Università di Sassari, trova sempre il modo e la maniera per raggiungere San Luca e con la sua “squadra”, come suole chiamare il gruppo di volontari, ai quali ha dedicato la sua prossima pubblicazione su Alvaro che dovrebbe uscire a settembre, lavora senza sosta per divulgare sempre di più, l’opera dello scrittore sanluchese e di pari passo, far sapere al mondo intero che questo è il paese che bisogna seguire, amare e proteggere. Ogni riferimento alla Regione Calabria che ha buttato nel dimenticatoio la Fondazione, a tutto vantaggio di pseudo associazioni e sagre le più disparate e strane, è puramente casuale. Ai volontari di San Luca che non percepiscono un centesimo per tutto quello che fanno, e spesso addirittura ci rimettono di tasca propria, la primavera basta e avanza. Ovviamente ci riferiamo alla primavera che sa di cultura, non ha bisogno di regali, e se c’è bisogno, i regali li fa e si emoziona pure.