Il sequestro di Mariangela Passiatore
- Cosimo Sframeli
Mariangela Passiatore, 44 anni, di Cinisello Balsamo, provincia di Milano, moglie dell’industriale Sergio Paoletti, in vacanza a Brancaleone, provincia di Reggio Calabria, viene rapita la sera del 28 agosto del 1977 dall’Anonima sequestri mentre cena col marito e una coppia di amici. Cinque uomini armati e travisati da passamontagna entrano nella loro villa e, dopo aver preso soldi e gioielli, con forza prelevano la donna che viene fatta salire in macchina e portata in Aspromonte. L’industriale e i suoi ospiti sono subito legati e imbavagliati.
L’allarme ai Carabinieri scatta l’indomani mattina alle 06.30. La famiglia interessa un amico per mediare coi rapitori, di stabilire un contatto con la cosca mafiosa che ha rapito la donna, ma Giulio Cotroneo, fratello del Sindaco di Brancaleone, lo uccidono a colpi di lupara, sfregiandolo, il 13 settembre a Bruzzano Zeffirio, sempre provincia di Reggio Calabria, paese vicino a Brancaleone. Intanto, vengono catturati quattro giovani, un quinto riesce a fuggire in Australia, accusati, poi assolti, del sequestro di persona di Mariangela Passiatore e dell’omicidio ai danni di Giulio Cotroneo. Un drammatico epilogo, il 26 ottobre nel cimitero di Staiti, provincia di Reggio Calabria, un paese confinante con Brancaleone, sono ritrovati alcuni indumenti che la sequestrata indossa la sera del rapimento. Passano i mesi, Paoletti torna a Milano, si interrompono le trattative (due sole telefonate) e di Mariangela Passiatore non si hanno più notizie. A un anno dal sequestro, temendo il peggio, il marito pubblica un’inserzione su tre quotidiani dal seguente tenore: “Trenta milioni a chi segnalerà la sepoltura di Mariangela Paoletti. Nell’anniversario del tragico rapimento di Mariangela Paoletti avvenuto a Brancaleone il 28 agosto 1977. La famiglia della scomparsa ha stanziato 30 milioni di lire a favore di chi sia in grado di fornire indicazioni atte a rintracciare la sepoltura della povera signora milanese. Le eventuali segnalazioni dovranno essere indirizzate alla casella postale n. 57 di Erba (Como)”. Nessuna risposta. Col passare del tempo, c’è la logica convinzione che Mariangela sia morta per infarto e che il suo corpo sia stato seppellito in qualche parte dell’Aspromonte. A Mariangela, che tanto ha amato il mar Jonio, in quel fine agosto, le hanno donato un biglietto per la Calabria “di solo andata”.