L’aggiustatore di cancelli
- Gioacchino Criaco
«Cosa vuoi fare da grande?». Lui si guarda intorno, ci pensa solo un attimo. «L’aggiustatore di cancelli», dice, deciso. «E che razza di mestiere è?», faccio d’istinto. Lui ha solo sei anni, li compie giusto oggi. Ha sentito i discorsi dei grandi: c’è stato vento forte stanotte, il soffio violento che scende giù dai monti e corre a spingere indietro le onde dello Jonio. Il cancello è uscito fuori dalla guida e non funziona; è l’emergenza del momento e serve un tecnico che lo rimetta a posto. Per questo è bello essere bambini, non sei legato al ruolo che ti sei scelto o ti hanno dato; sei un battitore libero e cambi casella a seconda dell’esigenza del momento, del tuo umore e dei tuoi desideri. Quando sei grande non puoi più farlo e se non stai attento invece di essere quello che sei diventi quello che fai e desideri di conseguenza. E quando fai un lavoro che implica il dolore altrui la cosa può prendere una brutta piega. Al medico servono i malati, a chi fa esequie i cadaveri, agli avvocati gli imputati..
Ecco, almeno un giorno all’anno non siate quello che fate, concedetevi un briciolo d’umanità, tornate bambini e invece di sperare in grane altrui dedicatevi a risolvere qualche problema. Almeno un giorno all’anno non mettete voi o il vostro lavoro al centro del mondo. Pensate agli altri; e se potete smettete di parlare di voi stessi proprio nel giorno che per voi è quello della gloria, quello in cui avete ottenuto un successo o il vostro lavoro va a gonfie vele. Per un giorno, per sentirvi protagonisti davvero, tornate umani e trovatevi un cancello da aggiustare.