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La Calabria raccontata dagli scatti di Filippo Armonio

  •   Carmine Verduci
La Calabria raccontata dagli scatti di Filippo Armonio

Giovane talento della Calabrese che con le sue fotografie affascina ed incanta lo spettatore e fanno brillare gli occhi con i suoi scatti, anche al popolo di Facebook – Social Network che ormai dà possibilità di far conoscere ed esprimere i propri interessi e le proprie inclinazioni artistiche La Fotografia di Filippo Armonio è arte , magia e suggestione, che riprendono le bellezze naturalistiche di una  Calabria meravigliosa degna di essere raccontata nei suoi scatti che la rendono “eterna bellezza”, una fotografia (la sua), che nasce dalla ricerca di tagli che non sono composti da mano umana ma, dalla natura stessa e dal caso ,con un crescendo di emozioni date dalla luce e dai tagli che disarmano e mozzano il fiato . Filippo  Nasce nel 1979 vive a Brancaleone diplomato Geometra finito gli studi si avvicina al mondo della fotografia  da autodidatta, il suo lavoro da “Elettrotecnico” viene intervallato quindi dal suo hobby , appunto “la fotografia” nonché dalla sua missione “molto speciale” ovvero: la salvaguardia delle tartarughe marine caretta caretta, dapprima  nel 2006 come volontario del centro  CTS di Brancaleone, poi socio fondatore dell’Associazione “Naturalmente Brancaleone” e vice presidente nel 2009, per poi nel 2012 assumere il ruolo di Presidente. Una vita a Favore della tutela e la salvaguardia della natura ,della fauna, del paesaggio e delle Tartarughe ,unita alla passione della fotografia che lo porta a diventare presto un viaggiatore instancabile alla scoperta di angoli e terre straordinarie. Per questo approfondendo con Filippo alcuni aspetti di questa sua dote naturale, ho voluto porre alcune domande per farmi raccontare attraverso le sue parole , ogni aspetto più intimo e profondo della sua esperienza con la fotografia, che al tempo stesso diventa arte e spettacolo unico per gli occhi e per la mente di ogni osservatore, che lo porta ad immergersi in atmosfere fiabesche che egli stesso cattura rendendo l’immagine magica e suggestiva  .

 Perchè essere un fotografo? Quando è scattata la molla della fotografia che ti avrebbe portato  a girare in lungo ed in largo la Calabria ed il mondo?

  Appassionato di natura e sopratutto di escursioni, qualche anno fa il mio unico scopo era quello di documentare i luoghi che visitavo, ero affascinato dall’idea di portare a casa un documento che attestava di essere stato in un determinato luogo. Utilizzando la Macchina fotografica per lo scopo, con il passare del tempo pian piano mi appassionai sempre di più alla fotografia, tanto che ad un certo punto della mia vita passavo intere giornate a leggere e studiare tutto quello che trovavo sul web per migliorare la mia tecnica fotografica. Da quel momento in poi la fotografia per me non sarebbe stata più un semplice modo per portare a casa dei ricordi, ma sarebbe diventata un potente mezzo per condividere le mie emozioni. Oggi dopo tanti anni di studio, la passione per la fotografia e sempre più intensa e quel desiderio di documentare è ancora molto forte, infatti continuerò a scattare viaggiando “in lungo e in largo” per raccontare con la fotografia.

Da dove trai ispirazione per i tuoi scatti, e soprattutto come nasce la voglia di immortalare la natura nelle sue stagioni, nei suoi colori, nelle sue varie sfumature?

            Beh come dice la domanda, la mia principale fonte ispirazione è la natura stessa, sono attratto in maniera incondizionata da questo soggetto, le sue sfumature, ogni sua forma e colore, le sue stagioni, la rendono una perfetta modella per essere immortalata. Amo stare all’aria aperta per osservare i dettagli, quei dettagli che poi cerco di registrare sul sensore della mia fotocamera, in un modo tutto personale, cercando di trasmettere all’osservatore quella sensazione provata al momento dello scatto.

 Raccontaci un episodio che ti ha segnato profondamente durante le tue avventure nella natura più remota della Calabria, una sensazione particolare che non dimenticherai mai.

L’Aspromonte non è un ambiente inaccessibile, ma è sicuramente un territorio molto difficile, non ci sono sentieri segnalati e ne percorribili, non ci sono esperienze dirette, chi ne ha fatto qualcuna la custodisce gelosamente. Non c’è un episodio in particolare che mi ha segnato profondamente, ma allo stesso tempo provo una forte sensazione quando dopo molti studi e sopralluoghi sul posto riesco a raggiungere una meta. La continua ricerca tramite i canali tradizionali chiedendo informazioni qua e la a persone del luogo, oppure attraverso le nuove tecnologie come per esempio google earth mi aiutano molto a comprendere il territorio e alla fine quando si riesce a raggiungere l’obiettivo nasce quella sensazione che non si dimenticherà mai.

Pensi che la fotografia possa essere d’ aiuto per la salvaguardia del patrimonio floro-faunistico sia dei Parchi già tutelati e, soprattutto, delle zone ancora inesplorate sia dal punto di vista fotografico che politico?

 Assolutamente si! La fotografia è l’unico mezzo a disposizione che abbiamo per comunicare e mostrare a tutti meraviglie poco accessibili. Attraverso di essa possiamo far conoscere il nostro territorio, ma non solo documentare una specie di pianta rara oppure portare a conoscenza la popolazione che nel nostro territorio sono presenti alcuni animali rari. Tanto per fare un esempio, molte persone non erano a conoscenza del fatto che nel Parco Nazionale Dell’Aspromonte esistevano  numerose cascate con enorme portata d’acqua è alte anche 80/90 mt. Grazie alla fotografia siamo riusciti a mostrare a tutti queste meraviglie nascoste.

Quanto incidono Facebook e i Social Network in generale sulla visibilità dei tuoi scatti e, soprattutto, quanto conta il messaggio che vuoi dare a chi non  riesce a comprendere le bellezze viste con gli occhi di un’artista della fotografia, a coloro, ad esempio, che stanno avvicinandosi al mondo degli obiettivi?

 Sicuramente oggi i Social Network sono fondamentali per chi vuole comunicare con la fotografia. Non avrebbe nessun senso almeno secondo il mio parere, scattare delle belle foto e tenersele per se. La fotografia è condivisione. Grazie a questi potenti strumenti è possibile far conoscere il proprio lavoro a moltissime persone, e soprattutto grazia si ha la possibilità di incontrare nuovi amici e fare molte conoscenze interessanti, scambiandosi opinioni su nuove idee per comunicare in un modo sempre più coinvolgente che altrimenti senza questi strumenti non sarebbe stato possibile.

Ho visto che spesso ami fotografare i tramonti e l’albeggiare del giorno: è una tua prerogativa o una scelta incondizionata di stile?

 La luce migliore per fotografare si ha in prossimità dell’alba e del tramonto. Lo stile fotografico che pratico mi costringe a fotografare durante questi orari, in quanto l’angolazione del sole molto più bassa delle ore centrali della giornata, e quindi ci regala una luce molto più soft e molto più calda. Detto ciò non nego pero che dopo i primi anni, oggi è diventato uno stile di vita, ho osservato centinaia di alba e tramonti, ora non riuscirei a fotografare in un altro momento del giorno, grazie alla scelta incondizionata dello stile fotografico adesso è diventata una prerogativa. 


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