Padre Stefano De Fiores, cantore e voce teologica di Maria
- Aurelio Pelle
La vicenda umana, intellettuale e spirituale del teologo padre Stefano De Fiores, storia arcana, ma intelligibile alla luce di diversi eventi biografici, anche apparentemente occasionali.
Un avvenimento «affinché la voce di Dio che parla nella storia dell’uomo mediante i “segni dei tempi” potesse essere più facilmente udita e compresa», come disse papa Giovanni Paolo II in merito alla prima apparizione di Fatima e all’attentato del 13 maggio 1981.
Preliminarmente, è necessario trascrivere alcune autorevoli definizioni della figura, dell’opera, e della statura intellettuale e spirituale di padre Stefano De Fiores, tralasciando l’elencazione dei suoi libri, articoli, ricerche storiche, e relazioni illustrate in tutto il mondo nei Convegni cattolici e interreligiosi di cui egli fu promotore entusiasta e organizzatore instancabile. Consessi di altissimo livello dove i suoi interventi iniziavano sempre con l’ostentazione della locuzione: «Eu sugnu ‘i santuluca». Le sue credenziali.
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“Padre Stefano De Fiores, figlio illustre di San Luca, si propone - senza ombra di dubbio nel panorama internazionale - come il più eccelso studioso e interprete della Mariologia, che ha contrassegnato il periodo successivo al Concilio Ecumenico Vaticano II (…). All'alba della domenica della Divina Misericordia, il Signore ha chiamato a sé Stefano De Fiores (1933-2012). Padre Stefano, uomo d’ingegno e studioso di grande caratura intellettuale e spirituale, ha dato molto allo sviluppo e all’aggiornamento della riflessione mariologica dopo il Vaticano II”.
Con queste meste parole, il già menzionato organo della Santa Sede, in data 22 aprile 2012, in un intervento di Salvatore M. Perrella - significativamente intitolato Come conoscere il figlio attraverso sua madre. La mariologia cristologica di Stefano De Fiores: «Padre Stefano De Fiores (1933-2012), Il Cantore della Vergine: “Mariologo di fama mondiale”, come lo definì Radio Vaticana, della cui scomparsa, in data 22 aprile 2012, l’Osservatore Romano ha dato notizia sottolineandone la statura di studioso e teologo in modo categorico. É un fatto che non si possa affrontare alcun argomento mariologico senza imbattersi in lui e nelle sue puntuali osservazioni, riflessioni, scoperte d’archivio e interessanti rassegne sui temi più scottanti».
Padre Stefano De Fiores, definito il «costruttore della mariologia contemporanea che non solo domina il mare esteso della letteratura su Maria (...), ma opta per l’inserimento di Maria nella storia della salvezza, per discernere in essa la logica divina nella sua trascendente coerenza» (tratto da Vita ecclesiale, 21 settembre 2009).
“Così, i risultati scientifici e le ricostruzioni sistematiche di De Fiores, in mariologia sono messi a disposizione della maturazione della spiritualità cristiana, dell'autenticazione cristiana della devozione popolare mariana e, soprattutto della cultura umana, qui intesa come 'ciò per cui l'uomo diventa più uomo' secondo la bella espressione di Giovanni Paolo II”.
Per fortuna, padre Stefano De Fiores non ha mai cessato di essere presente nei momenti celebrativi della festa della Madonna della Montagna, nel cuore dell’Aspromonte, sempre nel territorio della sua San Luca, e ciò gli consente di legare strettamente la riflessione mariologica con i problemi attuali dell’umanità, effettuando una piena inculturazione mariana che utilizzando le tradizioni più antiche e approfondendo i dati biblico-ecclesiali, permette di leggere la propria vita, assieme ai problemi e ai bisogni impellenti della società complessa, «alla luce della “sapienza” derivante dal riferimento a Maria e alla sua vita di donna, sposa, vergine e madre e figlia di Dio» (tratto da Vita ecclesiale, 21 settembre 2009).
“A padre Stefano è bastato poco più di mezzo secolo per lasciare un'impronta indelebile nella millenaria storia del Cristianesimo, ma anche nella millenaria storia artistica e culturale di una terra, la sua Calabria, che ha amato come nessun altro (...)".
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L’Eremo di Polsi, il santuario dove padre De Fiores fu battezzato nel 1934, nonché luogo di avvio e approdo mariologico del “cantore di Maria”, nel contesto storico millenario della Calabria e del Cristianesimo ortodosso-bizantino-cattolico, appare misterioso e arcano, tanto che le nostre capacità intellettive non possono “decodificarlo”.
Tuttavia un barlume di luce chiarificatrice è costituito proprio dalla biografia di padre Stefano e da vicende e personaggi apparentemente estranei e distanti, però, se osservati in connessione con la storia della vita del “costruttore della mariologia contemporanea”, delineano un quadro stupefacente e illuminante circa l’ipotesi che le sue elaborazioni mariologiche e teologiche gli siano state “svelate” direttamente da Maria Vergine SS., e che, pertanto, egli sia stato “inviato speciale, portavoce, voce viva” della Madre di Gesù Cristo.
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Mi spiego.
Nel mese di agosto, ho letto un libricino fresco di stampa. Titolo: Don Antonino Pelle Superiore del Santuario di Polsi (Edizioni Nosside, luglio 2016). Il volume in questione è ricco di vicende, aneddoti, notizie e fotografie che riguardano anche padre Stefano De Fiores: la sua infanzia, l’occasionalità della scelta del collegio dove intraprese gli studi, (il Seminario dei Missionari Monfortani, Ordine monastico che ha come apice “la consacrazione della propria vita a Gesù per le mani di Maria”); la circostanza che egli, orfano e povero, terminate le scuole elementari nel 1945, non avendo potuto proseguire gli studi, rimase inattivo per un anno; il fatto che il Priore dell'Eremo di Polsi, Don Antonino Pelle, “lo avviò e lo mantenne nella congregazione dei Monfortani, col frutto della sua predicazione”. Don Pelle era originario di Antonimina, dove nacque nel 1899.
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Incuriosito, sono stato spinto a ricostruirne la biografia, e meditare sui più diversi e arcani eventi che hanno segnato l'itinerario umano, intellettuale, religioso e spirituale del “cantore di Maria”, includendovi anche alcuni episodi che hanno interessato tre grandi sacerdoti cattolici: l’arcivescovo Antonino Pelle, “il buon Don Pelle” del libro Tra la perduta gente, autore il conte Umberto Zanotti Bianco; don Giuseppe Signati, personaggio messianico del '900 di San Luca; e padre Vittorio Bordin, missionario monfortano, il quale intuì la dimensione prodigiosa delle doti intellettuali e spirituali del ragazzo.
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Ripercorriamo insieme la biografia del più grande e innovativo mariologo contemporaneo:
- ANNO 1933: Stefano De Fiores nasce il 2 ottobre, Festa degli Angeli;
- ANNO 1934: Stefano De Fiores è battezzato nella chiesa di Polsi.
- ANNO 1934: Giuseppe Signati, figura messianica nella storia di San Luca, consacrato sacerdote nel mese di dicembre 1934 all'età di ventitre anni, è nominato parroco di Casalinuovo d'Africo, in sostituzione del sacerdote Antonino Pelle, successivamente priore del santuario di Polsi.
- ANNO 1938: Accadono due eventi apparentemente estranei: muore Pietro De Fiores, papà di Stefano; don Pelle, ex parroco di Casalinuovo d’Africo, è designato vicario dell'arcivescovo don Francesco Pangallo, superiore di Polsi, anziano e ammalato. Gli eventi suddetti, allora, quell'anno, avulsi, inspiegabili e non associabili, viceversa, nel 1946, quando Stefano De Fiores fu avviato agli studi a seguito dell'impegno finanziario del priore, sacerdote Antonino Pelle, designato vicario in concomitanza con la scomparsa del papà di De Fiores, si mostrano interdipendenti, complementari. Gli eventi suddetti, – Stefano De Fiores orfano, e don Antonino Pelle nuovo vicario del Santuario - appaiono correlati, e si prestano ad essere interpretati come momento iniziale, atto primo di un legame paterno-filiale destinato a protrarsi quantomeno fino al 1959, quando, presente Antonino Pelle, il diacono Stefano De Fiores, figlio prediletto di Maria SS. della Montagna di Polsi, fu consacrato sacerdote.
- ANNO 1946: Stefano De Fiores vive a Polsi dove padre Vittorio Berton, missionario monfortano occasionalmente ospite, colpito dalla religiosità del ragazzino, - inusitata all'età di 13 anni -, propone alla madre (mamma Natalina) di avviarlo agli studi sacerdotali presso il Seminario di Redona di Bergamo. E, contestualmente, il sacerdote Antonino Pelle, divenuto priore, decide di far gravare sul bilancio del Santuario il canone annuale, fino alla consacrazione religiosa.
-14 aprile 2012: domenica della Divina Misericordia. Un'ulteriore arcana casualità: il 14 aprile precede di un giorno l'anniversario della nascita di Corrado Alvaro (15 aprile 1895). Un'enigmatica sottolineatura storica.
- 4 settembre 1974: un giorno dopo la festa in onore della Madonna della Montagna di Polsi, scompare l'Arciprete Antonino Pelle. L'ennesimo mistero.
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Concludo trascrivendo un auspicio, una frase estremamente concisa, epperò supremamente esplicativa della meta, della destinazione, dei traguardi spirituali, religiosi e sociali universali prospettati all'umanità da padre Stefano De Fiores, cantore e voce di Maria: «Possa tu sperimentare la presenza viva e materna di Maria nella tua vita. É un dono prezioso, che lungi dall'alienarti ti aiuta a ritrovare il tuo io profondo e migliore, perché in lei “microcosmo della Chiesa”, apprendi a dire un “sì” non fallimentare e con Lei, apportatrice dello Spirito, si mobilitano i dinamismi costruttivi di un'umanità rispondente al piano salvifico progettato dal Padre».
San Luca, 23 novembre 2016
Aurelio Pelle