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Pasquale, le capre e il red carpet che non ti aspetti

  •   Redazione
Pasquale, le capre e il red carpet che non ti aspetti

Prendi uno scrittore della nostra terra, uno a caso, tipo Gioacchino Criaco, un regista, uno a caso, tipo Francesco Munzi, un soggetto interessante, sempre a caso, come quello di Anime Nere, aggiungi un cast fatto di attori di lungo corso e qualche altro emergente, fai cuocere tutto a fuoco lento, magari in un tegame adagiato sul fuoco in Aspromonte ed il gioco è fatto, è Anime Nere mania. Il lavoro cinematografico di Francesco Munzi, tratto dall’omonimo lavoro di Gioacchino Criaco  ha rappresentato senza dubbio l’evento cinematografico di questo autunno che sembra volere abdicare con tutta calma in favore della stagione. Dopo le ovazioni di Venezia e Toronto, dopo gli applausi scroscianti nelle sale di tutta Italia, dopo la febbrile attesa in quelle calabresi ed in particolar modo in quelle della provincia reggina, il bilancio, pur tra umori contrastanti, rimane estremamente positivo. 

Pur essendo tanti gli spunti di riflessione suggeriti dalla pellicola, ci soffermiamo su alcuni personaggi, volti meno noti, che accanto agli attori affermati, hanno vissuto una piccola favola dando quel tocco in più che pochi si aspettavano. 

Tra i giovani lanciati dal successo di Anime Nere, accanto a Giuseppe Fumo, c’è anche Pasquale Romeo. Semplici, spontanei, tanto da cogliere l’unanime consenso di pubblico e critica. Era quello che voleva il regista, e a cui teneva particolarmente Gioacchino, quella ciliegina sulla torta che servisse a far percepire l’anima di questa terra, selvaggia e affascinante, una terra che Gioacchino si sente cucita addosso come una seconda pelle.  

Dall’Aspromonte cinematografico a quello della realtà il passo è davvero breve. Gli echi delle sale non si sono ancora spenti, alimentati dai continui incontri che si succedono in tutta la Calabria, tra cinema, scuole, librerie e centri culturali. Lontani da set e luci della ribalta, riprendiamo la normale via della montagna, quella che porta alla vecchia Africo, tra i principali palcoscenici delle riprese. Ci fermiamo a Bova, l’aria frizzante ci ricorda che l’Autunno sta per cedere il passo. 

Sulla strada che sale ripida fino ai 900 metri del centro grecanico, neanche avessimo un appuntamento, troviamo ad attenderci Pasquale Romeo, 23 anni compiuti da qualche mese. Prima di noi, in anticipo di qualche settimana, sulla stessa strada, quasi fosse il suo ufficio, Pasquale si era imbattuto in una troupe di Rete 4 che aveva aperto uno squarcio sul Film e di conseguenza sui contesti di riferimento. Lo aveva fatto andando sui luoghi e sentendo i personaggi. 

A guardarlo così da vicino, capisci che per Pasquale non è davvero cambiato nulla, sembra che l’aria respirate sul set sia stata poco più che un soffio di vento, come quello scirocco che da queste parti soffia di sovente, rivisitando e modellando al pari della tramontana, il territorio nelle sue forme tufacee. Pasquale è tornato al suo gregge che rimane a guardarci incuriosito e scampanellante. 

Guardando Pasquale, sembra proprio che tra lui e Giuseppe, il personaggio interpretato in Anime Nere, non ci sia, copione a parte, grande differenze. 

«Anche voi - dice Pasquale - mi beccate sempre in giro, non ho nulla da offrirvi, ma se volete torniamo a casa…….!»

 No no - rispondiamo subito interrompendolo -  va bene così, siamo di fretta.

Ci sediamo su tre ceppi di legno circondati da enormi cespugli di ginestra in questo periodo dell’anno privi del loro giallo intenso. Le parole, le risposte, l’approccio di Pasquale rivelano molto del carattere di un ragazzo di ventitre anni, figlio di una montagna che, al pari delle capre, rimane la a  guardarci, quasi bonariamente. E nel successo di Pasquale in questa sua breve parentesi sul grande schermo, questa montagna ha recitato una parte importante, un Aspromonte sempre croce e delizia, un po mamma un po ostacolo quotidiano da superare. Pasquale sembra plasmato da queste balze rocciose che disegnano forme e anime profondamente intricate, balze che lui e quelli come lui riescono a domare ormai per inerzia. 

Pasquale gli ultimi mesi sono stati per te come un terremoto, come li hai vissuti ?

«É vero, gli ultimi mesi sono stati emozionanti e tutto è nato per caso. Munzi cercava una location per alcune riprese e il caso ha voluto che io avessi la chiave del cancello dal quale si accedeva ad una proprietà che lui aveva scelto per le riprese. Vedendomi arrivare vestito come sono adesso, con la giacca sulle spalle e il berretto in testa, ha detto fotografo di fare qualche scatto di nascosto. Ecco come  vengo opzionato per una parte che poi sarà anche abbastanza importante. Anime Nere è stata una bella esperienza, ma sinceramente, come potete notare non credo di essere cambiato. Andare a Venezia, camminare sul red carpet, certo non capita tutti i giorni, ma i piedi li ho ancora per terra.»

Ti è piaciuto il messaggio di Munzi e quello lanciato attraverso il tuo personaggio?

“La ricostruzione di una parte della nostra terra è molto verosimile. Quanto al mio personaggio, mi è piaciuta la capacità di evidenziare sentimenti contrastanti, dal calcolo delle opportunità che è obbligato nel mondo del crimine, alla sofferenza per il tradimento all’amico del cuore. Munzi è riuscito ad inquadrare alla perfezione un contesto che se non lo conosci non riesci neanche ad immaginarlo. 

Come è stato lavorare vicino ad attori di quel livello, a tratti non si è notata la differenza.

«La prendo come una battuta. Le differenze si sono notate e come, ma forse qualcuno non le ha percepite molto perchè a differenza loro, che si sono dovuti calare nella parte, noi abbiamo rivissuto la nostra quotidianità, ovviamente ruolo criminale a parte.»

 La tua vita continua come sempre nonostante le tante giovani fans non mancano.  

«É stato tutto così veloce che mi devo ancora abituare. Non so ancora cosa fare, ma l’esperienza conclusa da poco mi ha fatto conoscere un mondo che neanche immaginavo. Non mi faccio grandi illusioni, lavorare con attori professionisti mi ha fatto capire quanto è difficile un lavoro che potrebbe sembrare semplice. Sarebbe bello potere studiare recitazione e dizione, se non  dovesse servire a fare l’attore, sicuramente sarà un arricchimento personale.»

Sembri trovarti davvero bene su queste montagne, hai mai pensato di trasferirti in una grande Città? 

«Veramente no. Questa è la mia terra, dove ho la  mia storia, la mia famiglia, i miei affetti, sto su queste montagne meglio di qualsiasi altro posto. Poi la vita non sai cosa ti  riserva, inutile mettere limiti. Per ora vado avanti così, poi  vedremo.»  

Allora buona fortuna Pasquale, speriamo di vederti presto su qualche altro set. Speriamo, grazie di cuore, ciaoo !

 


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