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Racconti. La genesi dell'uomo calabro

  •   Pasquale Catanzariti
Racconti. La genesi dell'uomo calabro

Agli albori del mondo, quando ancora poco era stato creato, Dio con il suo assistente arrivò in Calabria. «Che ne dici di creare un uomo in questo luogo così bello e pittoresco?» disse Dio. «Maestro, qua la terra sembra dura, non so cosa potrà venire» rispose l’assistente che curiosamente si chiamava Pietro come il più noto apostolo di Gesù. Dio era determinato a creare un uomo in quel punto; da una terra così bella, anche se dura, sarebbe venuto per forza qualcosa di buono. Pietro borbottò ancora per un po’ e poi si rassegnò. Dio impastò polvere del suolo di Calabria con acqua del mar Mediterraneo e plasmò il calabrese, soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente. «Da oggi in poi questa sarà la tua casa, lavora la terra, rendila coltivabile e fai sempre opere buone; io ti guarderò dall’alto» gli disse Dio, e proseguirono il loro viaggio a cercare altri luoghi idonei a creare uomini. Un po’ di anni dopo Dio e il suo assistente Pietro, mentre andavano in giro a contemplare la bellezza del creato, passarono dalla Calabria e videro che l’uomo aveva creato terrazzamenti, armaciere, aveva piantato alberi di ulivo, arance, limoni, bergamotto; aveva fatto orti e piantato pomodori, melanzane, peperoncino e tanti altri ortaggi. Tutto era bellissimo e Dio sorrideva tra sé e sé, anche perché aveva avuto ragione sul suo assistente che non voleva creare un uomo in quella terra così arida.

«Dove vai buon uomo?» chiese Dio. «Sto andando a lavorare» rispose l’uomo. «E non dici “se vuole Iddio”?» disse Pietro. «Se vuole e se non vuole!» concluse il calabrese. Dio ci rimase male, inoltre doveva sorbirsi le risatine sarcastiche di Pietro. A ogni modo Dio creò una fossa profonda e capiente e vi mise l’uomo a fare penitenza per un po’ di tempo per fargli pagare l’oltraggio al Creatore e renderlo più umile. Dopo qualche anno trovandosi di passaggio tra le contrada calabre Dio fece di nuovo visita al calabrese che nel frattempo aveva reso ancora più bella quella terra. «Da dove vieni buon uomo?» domandò Dio. «Ho lavorato per tutto il giorno nella terra e adesso sto rincasando» disse questi.

«E non dici se vuole Dio?» incalzò Pietro che già immaginava la risposta. «Se vuole e se non vuole» fu la laconica risposta del nostro avo. «Maestro ve lo avevo detto che qua la terra era troppo dura» punzecchiò Pietro. «Qualche altro mese di fossa gli farà bene» rispose il Creatore, stavolta quasi spazientito. Riportarono l’uomo nel punto dove qualche anno prima avevano creato la fossa e lo lasciarono a meditare sui suoi peccati. Dopo un po’ di anni Dio e Pietro, trovandosi ancora in giro per l’Italia a contemplare il creato, vollero ritornare in Calabria ad ammirare le bellezze del paesaggio e fare ancora visita al testardo uomo che popolava quelle terre.

«Buongiorno» salutò Dio nella sua infinita tenerezza. «Buongiorno» rispose l’uomo. «Dove vai di bello stamattina?».

«Sto andando a mietere il grano». «E non dici “se vuole Dio”?» gli disse Pietro, ormai del tutto persuaso dell’errore commesso dal maestro che aveva voluto a tutti i costi creare un uomo da una terra così dura. «Se vuole e se non vuole - disse il calabrese - e se non va bene la fossa è la».


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