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Ave Maria

  •   Bruno Salvatore Lucisano
Ave Maria

E’ la seconda volta che mi capita di leggere articoli di un nostro rinomato e beneamato scrittore, prima sulla “Stampa” e l’altro ieri, su “L’ora della Calabria”, che prendono spunto da fatti e luoghi conosciuti per poi metterci dentro un po’ di ndrangheta, che non guasta mai. La prima volta in occasione di una sua visita agli scavi di Casignana, dove, partendo da un mosaico è andato a sbattere sul sequestro Sgarella, sull’Aspromonte e sulle lupare. L’altro ieri, invece, parlando della festa della Madonna della Montagna a Polsi, partendo appunto dalla Madonna e finendo ai capi bastone.
Lui, il nostro grande scrittore, parte da un commento di un suo amico che dice più o meno così:«Non può essere Madonna da cui attendersi miracoli, guarda che facce che si ritrova intorno…». Ecco io inizierei a dire che questo suo amico è un povero di spirito, in tutti i sensi, e avrebbe dovuto approfittare della vicinanza della Madonna per chiedere aiuto, anche se non crede. Non si sa mai!
Ora mettermi a spiegargli io, umile e povero poeta dialettale, la credenza popolare, la religione e chi è arrivato per primo a Polsi, è inutile. Ed è inutile non perché il nostro amico romanziere non capisce, ma perché, lui troverà sempre il modo di parlare di ndrangheta anche quando si parla di “mulingiani mbuttunati”. 
Ma c’è bisogno di andare a Polsi per vedere intrecciarsi l’antico ed il moderno? Non basta andare in qualsiasi lungomare di un nostro paese, o in altra festa popolana?
Il massaro rimesso a nuovo non c’è forse in tutte le feste?
Ma lui davvero crede che gli ndranghetisti, come scrive, sono quelli che si “accalorano nella morra”, si “sfidano nelle tarantelle”, “le coppole di traverso”? 
Oh mio Dio, no!
Ma poi dico perché aspettare ogni Santo Anno, il giorno della festa, per parlare di ndrangheta, non bastano gli altri 364 giorni in cui, si riempiono giornali, libri, convegni, televisioni, ecc.?
Un bell’articolo sulla credenza (non il mobile) popolare, sulla religione, sulle Madonne, tutte le Madonne, quando lo scrive il Nostro? Forse non tira. Forse non lo pubblica nessuno. Forse, mah!
Ora vediamo di capire perché migliaia di persone invece, si recano a Polsi, tutti gli anni.
La monumentale statua di “Madonna con Bambino” che lì si venera, è stata realizzata a Messina, in pietra siracusana, nel XVI° secolo.
Nel 1881 è avvenuta l’incoronazione della Vergine: rito che si è ripetuto nel Cinquantenario del 1931 [XV° Centenario del Concilio di Efeso] e, con ancora maggiore solennità, il 2 Settembre 1981, nel Centenario della prima incoronazione.
Ai tempi di Corrado Alvaro, i cacciatori, nascosti tra i boschi vicini alla chiesa, sparavano giorno e notte per far festa, con il beneplacito dei carabinieri che sapevano e non intervenivano. Altri tempi!
E per finire:” Nel 1784 la Cassa Sacra, istituita per raccogliere fondi da destinare alle popolazioni colpite dal terribile terremoto del 1783, fece requisire al Santuario tutti gli arredi preziosi e le suppellettili sacre. L’ufficiale che eseguì la requisizione mise insieme più di un quintale tra oro e argento. Il Monastero subì anche la razzia del bestiame e delle derrate alimentari.
Ecco, quindi, senza andare lontano fino al terzo secolo, queste poche note per dimostrare con certezza una cosa; la Madonna, lì, in quel posto, ci è arrivata prima della ndrangheta, molto prima. Se poi qualcuno va a pregare la Madonna perché gli vada in porto e bene un sequestro di persona, o un omicidio, questa si è roba da psichiatri e da romanzieri. Ma non c’entra la Madonna!
Per concludere la Madonna della Montagna, per i non credenti, può essere “suggestione”, ma non ndrangheta, questa c’è dappertutto, altro che a Polsi.
Ah, dimenticavo, l’anno prossimo, il due settembre,  s’è possibile anche il nuovo Vescovo, parliamo e scriviamo solo della Madonna. Una volta l’anno.
Non vorrei che nel frattempo, se finisse la ndrangheta, non si parlasse più della Madonna.
Con devozione alla Madonna e rispetto al romanziere. Salute/i.


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