Condofuri. Le frittole “esplosive” e la strage sfiorata
- Mimmo Musolino
Qualche tempo fa in un articolo avevo lamentato la non buona usanza, che ormai è diventata imperante e spropositata, di “cucinare” le frittole in ogni tempo (anche a ferragosto) e con l’uso del gas.
Un fatto clamoroso è avvenuto a Condofuri, frazione San Carlo, che ha spaventato centinaia di persone, e che poteva essere una strage.
Questa gente era in attesa di presentare le sue condoglianze ai familiari di una persona deceduta, secondo una nostra usanza e un rituale antico che trova ancora rispetto e fervida attuazione.
Due persone, nel frattempo, erano intente a “cucinare” (tra virgolette perché la frittole non si cucinano semplicemente, ma si lasciano bollire lentamente – fino a che l’assaggiatore non da il benservito – nella “cardara” posta su un “trippodi” e sotto il quale sono posate, alla bisogna, “i brasi i lignu i cerza o i livara).
Secondo ormai una consolidata usanza, questi ultimi stavano alimentando la “cardara” non con il calore del fuoco della legna ma con il gas.
Probabilmente per una fuga di gas (indagini dei carabinieri di Condofuri accorsi subito sul posto, insieme ai vigili del fuoco, sono ancora in corso per accertare i fatti) è avvenuta un’esplosione che ha causato ferite multiple alle due persone subito soccorse da una ambulanza del 118 e trasportate d’urgenza all’ospedale di Melito.
Perché poteva essere una strage?
Perché se il soffitto in legno cadendo, per effetto dell’esplosione, non avesse spento gran parte dell’incendio, sicuramente la stanza sarebbe esplosa insieme a tutto il gas investendo le persone assiepate difronte alla chiesa dove si svolgeva il rito funebre.
Questa volta è andata bene, meno che per i due malcapitati, che per fortuna non sono in pericolo di vita.
Aldilà del triste fatto di cronaca, mi auguro che per questa prelibatezza della nostra cucina tradizionale si instaurasse il Dop (Prodotto di origine protetta) con l’obbligo di prepararla solo in alcuni periodi dell’anno e usando legna di quercia, olivo o altro legname idoneo a fare della brace ardente.