Menu
In Aspromonte
Cinema: Il docufilm “Terra mia” da San Luca ad Altamura

Cinema: Il docufilm “Terra mia…

di Cosimo Sframeli - ...

Recovery: UeCoop, per 80% imprese Calabria aiuti solo fra un anno

Recovery: UeCoop, per 80% impr…

C’è un clima di sfiduc...

Bovalino: La Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, dott.ssa Racco, scrive alle autorità competenti in merito alla situazione scuola, al fine di evitare un sacrificio ingiusto ai bambini calabresi

Bovalino: La Garante per l’Inf…

La Garante per l’infan...

Coldiretti, nubifragio nel crotonese: «dopo la grande paura il bilancio dei danni sarà pesante»

Coldiretti, nubifragio nel cro…

I violento nubifragio ...

Coldiretti, in vigore l’etichetta Made in Italy per i salumi. La trasparenza che tonifica l’economia calabrese ed è valore aggiunto per i suinicoltori

Coldiretti, in vigore l’etiche…

Adesso non conviene ba...

Bovalino, conclusi i lavori di ampliamento della Scuola dell’Infanzia di Borgo e di riqualificazione con messa in sicurezza del plesso scolastico

Bovalino, conclusi i lavori di…

L’Amministrazione Comu...

Federaccia e AA.VV. Calabria sulla VINCA al Calendario Venatorio 2020-2021

Federaccia e AA.VV. Calabria s…

Reggio Calabria 2 nove...

Coldiretti Calabria, i cinghiali sono troppi: la Regione intervenga con piani di abbattimento selettivi

Coldiretti Calabria, i cinghia…

Ci sono troppi cinghia...

Artigiani e produttori insieme al Parco dell’Aspromonte ad Artigiano in Fiera

Artigiani e produttori insieme…

Oltre un milione di vi...

Nel Parco dell’Aspromonte vive una delle querce più vecchie del mondo

Nel Parco dell’Aspromonte vive…

Una Quercia di oltre 5...

Prev Next

Kalabria Experience Tour 2015: Polsi, il cammino della fede

  •   Carmine Verduci
Kalabria Experience Tour 2015: Polsi, il cammino della fede

Decidemmo di partire per questa avventura all’alba del clamoroso successo della tappa relativa al progetto Kalabria Experience Tour 2015, promosso dalla Pro-Loco di Brancaleone che io stesso rappresento, a Pietra Cappa che si è avvalsa della preziosa collaborazione della Pro-Loco Kappa di Careri rappresentata dalla straordinari Presidente Anna Sergi, che si è fatta carico assieme al suo straordinario staff e  con ogni mezzo possibile, di supportare e coordinare questa iniziativa. Questo fece in modo che il concerto del quartetto di fisarmonica Accordèon Cilea avvenisse tra le rocche di San Pietro, in questo luogo magico e surreale e  dalla bellezza suprema.

Era il 2 Giugno, quando dopo esserci salutati con la Presidente Anna Sergi e tutto il Direttivo della Pro-Loco Kappa di Careri, ci promettemmo di organizzare una tappa Natile Vecchio a Polsi (a piedi, sposando l’iniziativa lanciata dallo scrittore Pietro Sergi, il quale ci parlò di questo desiderio di organizzare questo momento di aggregazione e di condivisione di brani estratti dalla sua ultima pubblicazione,  e così mese dopo mese, progettammo e lanciammo sul web l’iniziativa. Anna era molto entusiasta all’idea di fare questo percorso a piedi, e sia lei che Pietro non smettemmo di consultarci telefonicamente sul programma e percorso, fallito il primo tentativo ad Agosto per via di impegni istituzionali legati alle programmazioni estive che ci vedevano impegnati in manifestazioni varie nei nostri paesi, decidemmo di fissare la data, per il 12 e 13 Settembre.

Arriviamo al fatidico giorno; il 12 Settembre 2015, l’idea di provare le sensazioni che provarono i nostri avi, quando erano soliti  partire da qualsiasi località a piedi o a dorso di muli, attraversando l’Aspromonte per giungere a Polsi ad adorare il simulacro della Madonna della Montagna.

Contrariamente a quanto oggi le cronache raccontano e fanno parlare così male di questo luogo, accostandolo al grave fenomeno della ‘Ndrangheta, Polsi rimane per tutti i Calabresi un luogo simbolo, insomma, la mecca della nostra cultura religiosa e cristiana, radicata nel mistero della vergine apparsa in questo luogo suggestivo ad un pastorello.

La nostra missione infatti è stata improntata per contribuire alla fattiva testimonianza che la ‘ndrangheta e l’appellativo tanto in voga nei giornalisti “santuario della ‘ndrangheta o ancor peggio: la Madonna della ‘ndrangheta” è il solito luogo comune attribuito erroneamente e fatto passare come verità assoluta.

Sono le 18:00 del 12 Settembre, quando io e il mio amico socio della Pro-Loco di Brancaleone Francesco Miccù, e la nostra amatissima guida turistica Daniela Strippoli (nostra referente del progetto Kalabria Experience Tour su Catanzaro) arrivammo a Natile Vecchio accolti dalla calorosità di questa gente, così cordiale, premurosa e gentile, una tipicità di questi luoghi avvolti ancora dai soliti luoghi comuni dispregiativi che risaltano nelle cronache locali e nazionali, con un’immagine non propriamente consona al contesto.

Ci portammo presso casa Sergi, i partecipanti che hanno aderito all’iniziativa, come: la Sez. Cai di Reggio Calabria con il Dottor Alfonso Picone Chiodo in testa, poi Nino Guarnaccia del gruppo archeologico valle dell’Amendolea, l’amico Corrado Tarzia (Geologo) e alcuni cittadini di Natile, erano in trepida attesa per l’inizio di questo cammino che ci avrebbe portato a vivere la montagna di notte per ben 25km.

Dopo aver sistemato viveri e attrezzature pesanti nella jeep del Signor Michele Sergi che ci avrebbe scortato per tutto il percorso, è stata la volta della classica e consueta foto di gruppo, che solitamente scandisce tutte le belle iniziative

Alle 19:10 il gruppo si mette in cammino percorrendo una vecchia strada di Natile Vecchio che arriva direttamente ai così chiamati “piani di natile”, anche se non con poca fatica per via della pendenza.

Man mano che ci si avvicinavamo alle Rocche di San Pietro e al punto panoramico di Pietra Cappa, il cielo si oscurava, e il panorama davanti a noi si faceva suggestivo, con la vista delle luci di tutti i paesini di questa zona, Platì, Bovalino Superiore e via via tutte le contrade e le frazioni, che sembravano un tappeto di stelle proprio sotto di noi.

La notte arrivò solerte, mentre il gruppo camminava intonando canti alla Vergine Maria e preghiere, le nostre soste venivano di tanto in tanto scandite dalle letture del Dott. Alfonso Picone Chiodo che interpretò dei brani di  Francesco Antonio Perri, Corrado Alvaro e Fortunato Seminara, questi brani davano un tocco mistico al nostro cammino, mentre le stelle dominavano sopra di noi, in un silenzio disarmante. Quelle letture erano una profonda riflessione sulle sensazioni provate da questi grandi autori Calabresi che percorrendo l’Aspromonte per recarsi verso Polsi provarono a descrivere nei loro testi, che oggi giungono sino a noi attraverso ristampe e interesse culturale di tutto il mondo intellettuale della nostra terra, una terra che non ha avuto il bisogno di crearsi falsi miti, ma che li ha accolti in un universo che ancora ruota attorno a queste figure.

Sono le 23:30, quando arriviamo in località, Santa Maria dove una fonte fresca e dei sedili in muratura ci diedero ristoro per l’ora della cena consumata in un atmosfera di convivialità e allegria. Alle 24:00 ci rimettiamo in marcia, proseguendo con determinazione e tanta speranza nel cuore di raggiungere Polsi. L’atmosfera era carica, e le stelle brillavano nella volta celeste che faceva da sfondo a pietra cappa che spiccava nell’oscurità come una figura mitologica dalle sembianze umane e che mano a mano scompariva dietro le sagome dei monti.

É indescrivibile la bellezza che si prova trovandosi soli nel buio e in mezzo al nulla, guardare la via lattea e tutte le costellazioni è una sensazione di innata bellezza!

Sempre proseguendo per una strada che è stata da tempo chiusa al transito delle automobili, per via della sua pericolosità, camminavamo a passo lento talvolta in percorsi ripidi e talvolta in percorsi in discesa. Potevamo osservare con la sola luce della nostre torce elettriche la natura selvaggia di questo territorio, che si sta letteralmente riprendendo ciò che più gli appartiene.

Numerose sono le fontanelle presenti lungo il cammino, e la voglia di assaggiarne le acque in ognuna di esse è irresistibile. Attraverso questo percorso le grandi frane che caratterizzano il dissesto idrogeologico di questo territorio, mi lasciano nel cuore una sensazione di inquietudine e di inferiorità dettata dalle montagne che apparivano di fronte a me come giganti neri dai lineamenti non ben definiti. Il vedere come l’uomo nulla può contro la montagna è una sensazione forte che non so descrivere, quella che senti passando accanto ai grandi massi trasportati giù da qualche vecchia frana forse ancora attiva è un senso di impotenza che ti fa percepire la forza della natura, il suo movimento, lento e costante, che plasma e modifica il territorio rendendolo diverso e più inaccessibile, credo che questo sia l’Aspromonte, una montagna che scrive, parla, ci comunica, e che è viva, viva nella sua bellezza che ammalia e incanta il forestiero.

Erano le 03:00 circa del mattino, quando  ad un certo punto nel buio totale, notammo tutti quanti delle luci in lontananza, ci fermammo un attimo per capire cosa stessimo vedendo,  ma era chiaro dalle nostre mappe, si trattava di  Polsi, quelle luci ci apparvero come un miraggio in mezzo al buio della notte e tra questi monti avvolti da un silenzio mistico e surreale. Esclamammo tutti insieme con gioia «EVVIVA MARIA  EVVIVA MARIA!».

Il santuario dunque era vicino a poche miglia da noi, ma ancora il cammino prometteva alcune ore di marcia, mentre le gambe appesantite da tutti questi km percorsi si facevano più rigide.

Alle 03:30 a circa poco prima del Ponte della Sedia ad 1km circa dal santuario, uno spiazzo accanto al selciato ci chiamò al riposo, montammo un piccolo campo tenda per riposare qualche ora, con l’obbiettivo di ripartire alle prime luci dell’alba.

La notte trascorse tra stelle cadenti e pensieri, la stanchezza non era più percepita anche se la mia curiosità nell’ammirare la volta celeste era tanta che rimasi qualche minuto a contemplare tale bellezza inebriarmi di innumerevoli sensazioni.

Alle ore 06:30 ci svegliammo che le cime dei monti attorno a noi erano indorate dei primi raggi del sole, qui in questa valle il sole arriva un po’ più tardi del solito, ma basta guardare le cime dei monti alti tra i 1400/1900mt per capire che sulla costa il sole ha già baciato da qualche minuto la terra ferma.

Alle ore 07:30 il tempo di smontare le tende e caricare l’attrezzatura sulla jeep di Michele, cominciammo a marciare per il santuario, lentamente e con il cuore gonfio di gioia per aver raggiunto il nostro obbiettivo.

L’atmosfera del borgo di Polsi ci accolse con la signora del Bar intenta a svolgere le faccende quotidiane di pulizia della strada adiacente alla sua attività commerciale, un buon caffè sotto il pergolato di uva, e ci portammo nella piazzetta di fronte al  santuario. Già le carovane e i fedeli facevano la fila per andare sull’altare a salutare la vergine della montagna. La messa sarebbe iniziata di lì a poco e nell’attesa all’ombra del santuario, tante facce conosciute, i compaesani in pellegrinaggio lo stesso giorno ci salutavano e chiedevano com’era andato il viaggio,  avevano appreso dai social-network della nostra impresa, poi vi erano anche gli amici che si incontravano dopo tanto tempo e spesso in questo luogo, mi divertivo a scrutarli per capire il senso di questo pellegrinaggio che ogni anno per tutto agosto e settembre e fino alle prime domeniche di Ottobre avviene regolarmente. Gruppi di motociclisti, vespisti e ciclisti arrivavano stanchi ma nei loro volti si percepiva la gioia di esser arrivati al cospetto della Madonna.

La messa trasmessa come di consueto era trasmessa in differita, e in questa piccola valle, echeggiavano i canti alla madonna e la liturgia di Don Pino Strangio che celebrò ben due messe durante la mattinata.

Le scene che ebbi di fronte erano una consuetudine che più volte ho vissuto nella mia vita, sin da quando ero bambino, una atmosfera al solito di grande gioia, serenità, preghiera e devozione.

All’inizio di questa avventura mi ero posto assieme ad Anna Sergi l’obbiettivo di produrre una specie di documentario inchiesta correlato da interviste a qualche fedele giunto in questo luogo per testimoniare lo spirito umano nei confronti delle tradizioni che legano il pellegrino alla figura di questa Madonna adorata in tutta la Calabria e Parte della Sicilia Nord-Orientale. Ero inquieto quella mattina, ma non per la stanchezza, anche se le gambe doloranti potevano farmi sentire giù fisicamente, girandomi attorno e osservando tutte queste scene che ho appena descritto, mi vennero in mente tutte quelle assurdità strumentali che si scrivono su questo posto,  mi sentivo nervoso, e non riuscivo neanche a provare a formulare un approccio diretto con qualche persona che mi capitava a tiro. Allora improvvisamente decisi di non fare nessuna intervista, perché quello che i miei occhi  e i nostri occhi videro e vedono ogni anno a Polsi, osservando i volti dei pellegrini e della gente del luogo cordiale e solidale con i pellegrini che giungono da ogni dove, mi basta e ci basta non certo avevo ed abbiamo l’obbligo di dimostrare niente a nessuno.

Mandai al diavolo i moralisti, giornalisti e cronisti che di tanto in tanto esportano l’immagine di Polsi in maniera non conforme alla realtà e decisi di vivere la giornata in maniera tranquilla, senza preconcetti, ma con in cuore la consapevolezza di aver vissuto un esperienza incredibile, una di quelle esperienze che ti segnano l’anima, e che consiglio a tutti coloro che ancora hanno come stereotipo l’immagine di Polsi come un luogo oscuro e grottesco.

Per me e per noi tutti il viaggio a Polsi a piedi non è stato la ricerca di una rivelazione, ma la conferma di una certezza,  che nel nostro piccolo vogliamo far conoscere attraverso il linguaggio orale.

É ciò che mi capita di fare durante i giorni che passano e la gente che mi chiede com’è stato questo viaggio. L’unica vera testimonianza è “vivere ciò che appare sconosciuto ai più”, avendo un forte legame con questo luogo sin da bambino, all’epoca in cui si partiva in automobile con tutti i parenti a seguito, e con i cofani strapieni di cibo per il pic-nic finale, mi viene in mente che nella vita “tutto è un passaggio sequenziale che ti introduce a delle concezioni che devi poterle costruire in base alle tue esperienze personali e non per sentito dire”

Inviterei dunque, tutti quelli che ancora parlano e sparlano di una terra martoriata dalla ‘ndrangheta, a vivere la gente e queste realtà, perché qui non siamo tutti infetti da questo male, questo male è confinato nelle sue cerchie ristrette che rimangono isolate e lontane dalla fede e dall’orgoglio morale della nostra identità, e non vi è nulla di più rivelatrice che “LA MONTAGNA”, amata, coccolata,rispettata e venerata da chi ha ancora cuore per farlo.

Il rientro a Brancaleone con un pulmino di fortuna di rientro a Brancaleone, ci fece riflettere ulteriormente sul valore intrinseco di questa esperienza che sicuramente vorrà ripetersi in futuro, un futuro pieno di consapevolezza e voglia di riscatto d’identità, quella che comincia sempre più spesso a mancare in queste nostre nuove generazioni.

Perciò lascio questa testimonianza a coloro i quali ancora credono alle cronache, per come vengono scritte, lascio questa testimonianza a coloro i quali non avendo vissuto le situazioni, tuonano ancora contro tutti e contro nessuno, perché la ‘ndrangheta stessa “è nessuno” e niente esiste se noi non lo vogliamo!


  • fb iconLog in with Facebook