La leggenda. Il drago,il ladro e un figlio traditore
- Redazione
La grotta era ai piedi della montagna. Nessuno sapeva quanto fosse grande, ma tutti sapevano che dentro c’era un immenso tesoro. Il suo guardiano era Palarco, un drago. Nessuno ebbe mai il coraggio di affrontarlo. Solo il vecchio Cicco "il ladro", poteva varcare l’entrata della grotta. Lui non lo temeva. Erano amici da sempre. Cicco di tanto in tanto, e solo se ne aveva bisogno, prelevava qualche moneta o qualche piccolo oggetto prezioso. Una volta, costretto dal bisogno, non potendo andare lui, mandò Sebastiano, il figlio.
Palarco accolse con gioia il giovane figlio del suo amico, e lo lasciò entrare nella grotta. Il tesoro che si trovò davanti era più grande di quanto aveva immaginato. Non seppe resistere alle raccomandazioni dell’anziano genitore. È mio pensò. Tutto.
Sebastiano finse di andar via dopo aver salutato calorosamente il drago, ma non appena gli fu dietro tirò fuori la spada e lo colpì. Il drago schivò il colpo che doveva essere mortale, ma la lama gli tranciò comunque la coda.
Era il figlio del suo solo amico, ma era solo un traditore. Lo uccise. Non riuscì a perdonarlo.
Dopo un po' di tempo, Cicco, ancora addolorato per la perdita del figlio e per la delusione all’amico, andò a trovare il drago.
«La nostra amicizia è superiore ad ogni altra cosa, disse, tu con me sei stato sempre generoso, ed io te ne sono stato sempre riconoscente. Dimentichiamo quello che è successo, tutto deve tornare come prima».
«Cicco, rispose il drago, tu non dimenticherai mai tuo figlio, ed io non dimenticherò mai la mia coda…»
Racconto della tradizione popolare