La Processione della Domenica delle Palme di Bova
- Pasquale Faenza
Come da sempre Bova perpetua l’Entrata di Cristo a Gerusalemme nel rispetto della sua plurisecolare tradizione spirituale, metafora perfetta dell’incontro tra culture antiche e diverse. A Bova però, più che in altri posti, la natura è intesa come il tramite attraverso il quale Dio comunica in ogni momento il suo messaggio agli uomini. Lo si comprende a pieno titolo il giorno della Domenica delle Palme, che quest’anno ricorre il 29 marzo, con il raduno in piazza Roma alle ore 10, il successivo corteo fino al santuario di San Leo e la processione verso la Concattredrale dell’Isodia, dove si terrà la santa messa. Infine si tornerà in piazza Roma dove le palme verranno smembrate e le sue parti benedette distribuite ai fedeli. Questo rito non documentato dalle fonti scritte ma trasmesso di generazione in generazione attraverso la tradizione orale, consiste nell’intrecciare foglie di ulivo su steli di canna, al fine di creare figure femminili, comunemente dette “Parme”. Le suggestive sculture vegetali, differenziabili per dimensioni in madri e figlie, vengono addobbate con fiori e frutti di stagione e condotte nel Santuario di San Leo per essere benedette. Portate in processione per le vie del paese, le figure femminili vengono quindi smembrate delle loro componenti e distribuite a fedeli e astanti. Ogni singola parte della “Parma”, detta stiddha o stedda, sarà quindi tenuta in casa, o portata nei campi, così come solitamente si usa fare con le foglie di palma e i rami di ulivi benedetti. A Bova, anticamente queste verghe intrecciate con foglie di ulivo venivano utilizzate anche per togliere il malocchio, secondo una consuetudine diffusa in tutto il Meridione, a dimostrazione di quanto i sincretismi culturali sono parte fondamentale delle nostre tradizioni identitarie. Solo fino a qualche decennio fa le Palme di Bova venivano realizzate dalle singole famiglie che, spinte in una sorta di competizione, creavano figure sempre più grandi e addoobate. Caduto in disuso alla fine degli 70 del secolo scorso, questo rito è stato sapientemente recuperato dagli stessi bovesi, nel pieno rispetto dello spirito religioso, che in effetti governa e anima ogni anno questo prezioso momento di etnografia calabrese. Attualmente la processione delle Domenica delle Palme viene organizzata dalla gran parte della popolazione, qualificandosi come uno dei più interessanti momenti di aggregazione sociale dell’Area Grecanica: un felice esperimento che nel tempo ha attirato curiosi, turisti e studiosi di tutto il mondo proprio perché vissuto nel pieno della devozione popolare. Questo processo virtuoso ha portato nel giro di un paio di anni ha sondare la memoria e le pagine più belle della cultura di Bova, proponendo livelli interpretativi diversi ma sempre interessanti del rito pasquale. Interpretazioni che nel tempo si sono sommati a quelli già noti e conosciuti dalla popolazione locale, confinata in un’area tanto bella quanto depressa a causa dell’emigrazione e di politiche scellerate. In questo specifico contesto, la rinascita culturale del rito pasquale delle “Parme” appare agli occhi dei bovesei come un vero e proprio miracolo, espressione di una volontà di riscatto sociale che ha portato nel tempo al recupero dello stesso borgo di Bova. L’evento etnografico, sempre vissuto con sano spirito religioso, attrae infatti di anno in anno sempre più gente, curiosi e turisti in un periodo dell’anno, in cui i visitatori del borgo sono solo un miraggio a queste latitudini. Inoltre quest’anno la Processione della Domenica delle Palme è stata al centro di un esperimento didattico alquanto interessante che ha visto la partecipazione di alcune classi dell’Istituto Euclide di Bova Marina partecipare ai laboratori di intreccio di queste meravigliose sculture vegetali. Il dirigente scolastico Carmen Lucisano ha infatti aderito, in accordo con il comune di Bova, a quello che si potrebbe definire un modello di tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale grecanico. Un modello che non è sfuggito agli organizzatori del convegno: La Domenica della Palme di Bova. Tutela e Valorizzazione di rito simbolo di rinascita, che si terrà a Bova nel sala del consiglio comunale alle ore 16:00 . L’incontro vedrà partecipi, oltre al sindaco di Bova Santo Casile, il dirigente scolastico Carmen Lucisano, il presidente del Parco Nazionale dell’Aspromonte, Giuseppe Bombino che parlerà del ruolo dell’Ente nella tutela del patrimonio immateriale ancora presente nel territorio del Parco Nazionale d’Aspromonte, e Sonia Ferrari, docente dell’UNICAL di marketing del turismo, la quale esporrà lo studio condotto sul rito bovese, in collaborazione con il dott.re Pasquale Faenza, confluito nel volume Managin and Developing Community Festival and Envents’ a cura di Allan Jepson ( Università di Hertfordshire (Inghilterra) e Alan Clarke, dell’Università di Pannonia-Ungheria), concernete i processi di pianificazione e la gestione dei festival e degli feste tradizionali di tutto il mondo. La Ferrari presenterà quindi una indagine sulla gestione e l’evoluzione della processione della Domenica delle Palme negli ultimi anni, inquadrandola nell’ottica della valorizzazione culturale e turistica messa in atto nel territorio grecanico. Ad introdurre il convegno il dott.re Pasquale Faenza, conservatore dei beni culturali, che parlerà dei diversi livelli di interpretativi del rito bovese, proponendo nuove ed interessanti congetture sui significati e i simboli delle suggestive sculture vegetali, dalle fogge femminili. Conclude l’evento una degustazioni di Vini biologici promossi dall’AIAB Calabria, organizzatrice del convegno insieme al comune di Bova.