La trebbiatura, dall’antica tradizione alle tecniche moderne
- Mimmo Musolino
Ancora ho nelle orecchie l’eco musicale delle note della tarantella che inondava, a tarda notte, le campagne grecaniche e si perdeva dolcemente sulla riva del mare.Erano molti anni che non salivo alla località “Petra” sita a qualche chilometro da Condofuri Marina cioè da quando era andato in pensione e non avevo più trovato il tempo giusto per ritornare in questa azienda agricolo – zootecnica: l ’azienda del coltivatore diretto ‘Ntoni Sgrò e della moglie Mariangela Minniti, era una delle aziende pilota dell’area grecanica e noi dell’Ufficio Divulgazione Agricola di Melito la utilizzavano per esperienti e prove tecniche di coltivazioni e caseificazione. La coltivazione principale era quella del grano duro e tenero, in quanto veniva utilizzato per tutti fabbisogni della numerosa famiglia Sgrò; ed anche la paglia, il fieno, i residui vegetali… ecc. per l’allevamento del bestiame. In prossimità del cucuzzolo, affacciato sul mare Jonio, ed intervallato da un grande spiazzo dove la famiglia Sgrò ha l’abitazione, il magazzino, il caseificio artigianale ed un’ampia aia nella quale giocherellano, a rincorrersi e a schiamazzare, gli animali da cortile, siamo stati accolti dalle voci festanti di tanti coltivatori diretti e dalle note allegre e gioiose della tarantella suonata da un gruppo spontaneo di amici tanto bravi e sintonizzati da sembrare un gruppo folk. Ma alla vista del giovane Nino Sgrò non potetti fare a meno di avere un gesto particolare di assenso. Conoscevo quel ragazzo che era in fasce ed il sogno cullato segretamente dal padre era che egli studiasse e diventasse dottore in agraria. E questo sogno divenne realtà e il giovane dottore adesso lavora alla Coltivatori Diretti proprio nel posto e nell’incarico che il sottoscritto aveva occupato per tanti anni appena diplomato. Era fantastico vedere in quel luogo, che sembrava ai margini dal mondo, tanta vitalità e decine di bandiere della Coldiretti, organizzatrice dell’evento, garrire al vento con quelle spighe di grano, appunto simbolo della stessa Coldiretti, che sembravano volessero anch’esse ballare. E mentre arrivavano i covoni di grano legate con erba di campo e mietute con falce e “cuzzuri”, una coppia di forti buoni, con l’aria da attori protagonisti, e guidati abilmente dagli ooh, ooh, ooh di ‘Ntoni, come in una danza tribale e antica, stritolavano sotto le potenti zampe le spighe di grano. Per fortuna l’aria era rinfrescata e si era alzato un benefico venticello e ciò aiutava il lavoro dei coltivatori che con delle pale e forconi di legno speciali alzavano in aria seguendo opportunamente la danza della direzione del vento, il materiale trasformato dal lavoro dei buoi, che doveva essere fatto per separare il grano dalla paglia, dalla pula. I chicchi di grano, la granella, venivano posti in dei sacchi di tela e successivamente, alla bisogna, portati al mulino per avere, finalmente, l’agognata farina che era necessaria, anzi, indispensabile alla vita della famiglia e dell’azienda. Sotto l’accurata regia ed impegno sentito e professionale del Gruppo Archeologico Valle dell’Amendolea, si passava alle fasi successive con la dimostrazione della lavorazione con trebbie e mietitrebbie di ultima generazione che tutto faceva diventare molto più facile e veloce. Tra la coinvolgente musica degli improvvisati suonatori si svolgeva la gara della tarantella vinta da Angela ed Angelo Romeo e vi era anche una sezione riservata ai bambini che era una magnificenza ammirarli nei loro volteggi. Massiccia ed interessata la partecipazione alla generosa degustazione dei prodotti tipici, fra i quali molti prodotti con quella farina, più volta passata dal “crivo“ dalle donne coltivatrici dirette sempre impegnate a fare qualcosa e rendersi utili da autentiche protagoniste della manifestazione. “Questa settima edizione della festa della trebbiatura è stato un grande successo” ha dichiarato, visibilmente soddisfatto, il vicedirettore della federazione provinciale della Coldiretti, dottor Antonio Maesano in sintonia con il presidente F. Saccà ed a Pierpaolo Zavettieri, consigliere della provincia di Reggio Calabria che aveva patrocinato la manifestazione.