Polsi, in attesa di un miracolo è stata annullata la festa del Corpus Domini
- Antonio Strangio
Ci sono luoghi che hanno una storia e soprattutto un’anima. Polsi è tutte queste due cose insieme perché malgrado tutto, resiste da secoli e perché qui, da secoli, si ritrovano dopo aversi dato appuntamento le mille facce della Calabria che prega, spera e così facendo, fa rifiorire la speranza, quella senza della quale non si va da nessuna parte, perché essa, valore che libera ed eleva, diventa gambe, stampelle, suono, musica, ecco e parola, quando saremo sopraffatti dalle magagne del tempo che corre veloce e si porta via i migliori giorni della nostra vita.
È quello che sta succedendo al famoso e antico santuario di Polsi, luogo simbolo della pietà popolare mariana, perché, per la prima volta la direzione del santuario, di comune accordo con il vescovo diocesano che del santuario è anche l’Abate, è stata costretta ad abolire, anzi annullare la tradizionale processione delCorpus domini, perché le strade che conducono al pio luogo non sono più comode e sicure, anzi non sono più strade, ma come scriveva molti e molti anni fa lo scrittore Corrado Alvaro, ferite che tagliano in due le montagne. E non soltanto perché su di esse, povere e indifese, si è riversata la furia delle acque, causando un’alluvione che è ormai diventata una costante dei paesi della Calabria, ma perché l’uomo, l’essere superiore che dovrebbe poi adoperarsi per sanare le ferite causate dalla furia degli elementi, di Polsi e delle sue strade si è dimenticato, anzi per la verità non si è mai ricordato. Insomma, se ne frega!
Morale, Polsi dal mese di novembre del 2015 risulta isolato, e i pochi residenti nel pio luogo vengono assistiti in tutto quello che gli serve e gli necessita, dai viaggi improvvisi del superiore di Polsi, un novello nocchiero che non si stanca mai di ripetere l’importanza e l’urgenza di dotare il santuario di strade comode e sicure. Ma così non è, e anche se con la morte nel cuore, il superiore, dopo aver sentito il vescovo che ultimamente per vedere il santuario ha dovuto usare il binocolo, è stato costretto ad annullare la processione del Corpus domini, l’atto con il quale vengono aperti i pellegrinaggi, in attesa della grande festa del due settembre.
Per questa antica e suggestiva processione, a Polsi arrivavano pellegrini non solo di San Luca, il paese nel cui territorio il santuario si trova, ma dai vicini paesi della fascia jonica e soprattutto dalla Piana di Gioia Tauro e in particolare da San Ferdinando e Bagnara, due delle comunità più legate al suggestivo luogo di culto.
Se pensiamo che alla tradizionale festa del due settembre mancano soltanto poco meno di tre mesi, e i lavori da fare sulle strade di accesso sono tanti e tutti complicati, non ci resta che aggrapparci al manto misericordioso della Madonna di Polsi, e sperare nell’ennesimo e mai stanco miracolo. Diversamente saremo costretti a pensare che qualcuno o qualcosa non vuole che a Polsi si continui a pregare. Per noi stessi, comuni peccatori, ma anche e soprattutto per tutti quelli che vivono lontani dalla grazia di Dio e di conseguenza sono anche molto distanti dai problemi della gente comune.