A tutti coloro che sono capaci di amare…
- Published in Ritratti
Credo che sia il modo più bello di morire, quello che hai scelto tu. Chiudere gli occhi, raggomitolata nel calore del tuo corpo, e inseguire un sogno. O, almeno, mi illudo che lo sia, perché così mi raccontano, e perché a questa verità mi fa comodo credere
E rido mentre tento di immaginare il tuo paradiso: campi sterminati che non finirai mai di perlustrare, fonti d’acqua in cui giocherai, ma senza fare il bagno, e magari qualche osso che un buon padre ti porgerà.
E quei bigotti che credono non ci sia posto per te, incapaci di amore ma con un rosario in mano, io inviterei all’essenziale; perché è nella semplicità della tua vita l’essenza della vita stessa. Una semplicità in cui hanno pescato le più grandi icone di tutti i tempi, quelle da loro stessi venerate e mai comprese.
No, io non credo che tu non abbia un’anima, riconosciuta anche ai farabutti più incalliti, ma delle questioni teologiche oggi me ne frego; d’altronde so per certo che hai avuto un cuore, perché ha scandito ogni attimo della tua vita a quattro zampe, sempre troppo breve per me che, da te, ero stata scelta per accompagnarla.
E rido se conto il numero di tutte queste parole, quanto a te sarebbe bastata la mia mano contro il muso per essere felice. Non sapevi neanche leggere… e non è detto che sia stata una sfortuna.
Scrivo non per condividere un dolore, o per ridere di esso prima che lo facciano altri. Un dolore è incondivisibile, necessario e intimo. E chi lo deride è incapace di amore.
Scrivo affinché chi legge trovi un po’ di tempo, e che lo faccia subito, per allungare la mano ad altri esseri meravigliosi come te; e magari decida, in questa bella giornata di sole, di lasciare tutto per mezz’ora e portarli a spasso.
Scrivo per riportare la misura della vita alla vita stessa. All’importanza della tutela dell’ambiente in cui viviamo e non dei partiti politici, all’importanza dell’amore e dei rapporti semplici, con gli uomini così come con gli altri essere viventi, all’importanza di contenere i tempi di ogni discussione, per finalizzarla a obiettivi utili e non a sterili diatribe.
Voglio ridere di cuore, mentre ti penso scorrazzare libera o tormentare qualche coniglio, e mi impongo di credere che la terra non sia un peso per te, ma un passaggio naturale.
E ti sono accanto, rincorrendoti nel tuo stesso sogno, mentre dal nostro mare, così ampio e soleggiato, arriva un messaggio alla vita che è più forte della tristezza.
Lo raccoglierò a modo mio, secondo le mie possibilità, piangendo e ridendo, perché così è giusto.
Spero solo di trovarci, oggi, tutti coloro che sono capaci di amare e tante piccole grandi Diana come te. Di vederle correre sulla spiaggia, scavare nella terra, spaventarsi delle onde, abbaiare ai passanti.
E far disperare e imprecare i padroni che si sono scelte.